Con lo sguardo si popola il cielo,
stretto il fascio poco a poco
spingi il soffio contro la stessa.
Vita di fronte, fonte di viltà!
Scorgi venature nell’animo,
sorgi unità delle sorti
di mecenati e precettori tra le corti.
In piedi balla il vento
scandito il tempo dal sentimento.
Steso il bacio sul parapendio del mondo,
chi di sotto vampa in speme campa
e in giro di do, gli anni dò.
L’essenza attraversa il passato
nel pargolo tormento d’assenza.
Come in piena di rivelazioni
sgorgano fulgidi i rimembri fragorosi,
tra gli abili evochi alibi.
Parti per le tue mete, son tante,
ad abbondanti saette abbandonati …
Saran proiettili di petali
nel cuor di fante.
A.B.