In Occidente l’azione militare dei Normanni si deve inquadrare, insieme agli Ungari e ai Saraceni, nel contesto delle “Seconde Invasioni”. Le “Seconde Invasioni” furono una serie di incursioni e saccheggi, fra gli ultimi decenni del IX secolo e la metà del X secolo, nelle ricche terre dell’Italia, della francia e della Germania. Difatti la crisi del potere carolingio, intorno alla fine del IX secolo, aveva causato una fragilità militare in tutti i territori dell’ex Impero, permettendo a bande armate, per via terra o per via mare, di compiere incursioni, saccheggi e depredazioni più o meno intense.
I Saraceni e gli Ungari non formarono mai dominazioni secolari all’interno dei territori dell’ex Impero, mentre, le incursioni dei normanni divennero più stabile intorno alla fine del 800′. I Normanni si insediarono insediarono all’interno dei regni inglesi — Mercia e East Anglia — e nel Nord del Regno dei Franchi Occidentali (il futuro regno di Francia) vicino alla foce della Senna. A causa dell’abile capacità militare dei Normanni e della contemporanea debolezza del re “francese”, Carlo il Semplice, nel 911 il capo normanno Rollone fu riconosciuto “Duca di Normadia”. Da qui proprio l’odierna denominazione geografica della “Normandia”. Per illustrare la debolezza di Carlo il Semplice, uno storico normanno, Guglielmo di Jumiès, ci offre una curiosa descrizione.
Rollone si rifiutava di baciare il piede a Carlo, quando ricevette da lui il Ducato di Normandia. Tuttavia, spinto dalle preghiere dei Franchi, ordinò a uno dei suoi guerrieri di farlo in sua vece: costui afferrò il piede al re e lo portò alla bocca, ma lo baciò senza curvarsi, e fece cadere per terra il re. Donde grandi scoppi di risa e grande tumulto nella folla
Historiæ Normannorum Scriptores Antiqui, liber II, cap. XVII, pagina 231
Però i Normanni assimilarono in fretta i costumi della “Francia” post-carolingia, formando un Ducato dall’indubbia forza militare e solidità politica, pronto a una futura invasione anche oltremanica.




Insomma l’espansione normanna-vichinga ebbe un risultato notevole fra X e XI secolo: il Mare del Nord divenne un “mare normanno”. Fra Scandinavia, Danimarca, Normandia e Inghilterra si confrontavano poteri regi o principeschi diversi, ma strettamente connessi da parentele e alleanze. Ad esempio il groviglio di relazioni parentali permise a Re Knut (994 – Shaftesbury, 12 novembre 1035) di riunire temporaneamente i regni di Inghilterra, Danimarca e Norvegia.
Facciamo un piccolo passo indietro: l’Inghilterra prima dell’anno Mille ancora non era riunificata. Difatti nel corso dell’800′ fu Inghilterra caratterizzata due processi storici:
- Le incursioni normanne si trasformarono in domini stabili nell’area centro-orientale fra Mercia ed East Anglia
- Il Regno del Wessex, posto ella Cornovaglia, si rese autonomo, ma né Alfredo il Grande (849-889) e né Eduardo il Vecchio (871-924) riuscirono a riunificare tutti i regni della famosa “Eptarchia” inglese
La soluzione dell’unificazione inglese fu realizzata da un apporto esterno, proprio grazie al re norvegese, Knut o Canuto il Grande. Knut, nel 1016 partendo dai domini normanni dell’Inghilterra orientale affermò il proprio controllo su Wessex e su tutti i principali regni inglesi. Knut controllava i regni di Inghilterra, Danimarca e Norvegia, insomma tutto il Mar del Nord. Pertanto la morte di Knut comportò l’incrociarsi dei destini delle diverse dominazioni del Mar del Nord, infatti, ogni successione su trono inglese scatenava diverse contese.

Quando in Inghilterra nel 1066 morì Re Edoardo il Confessore, il duca di Normamdia, William (il futuro “The Conquer”), lontano parente del re, si proclamò suo erede legittimo. Ma anche Harold Godwinson, duca del Wessex, e Harald III, re di Norvegia, ambivano alla corona inglese.
Il primo a diventare re Harold Godwinson, ma William sostenne che questa elezione fosse un tradimento. Secondo William, Harold Godwinson gli aveva giurato fedeltà e si era impegnato a riconoscere William come legittimo successore di Edoardo il Confessore. in base a questo pretesto Guglielmo mosse dalla Normandia con una flotta carica di uomini e cavalli. Con circa 8.000 uomini William salpò dalla Normandia il 12 settembre 1066 e sbarcò sulla costa inglese il 27 settembre ad Hastings, nell’Inghilterra meridionale, oggi nella contea del Sussex.




Nel frattempo Harald III, re di Norvegia, penetrò in Inghilterra e affrontò Harold Godwinson, duca del Wessex, nella memorabile battaglia di Stamford Bridge (25 settembre): Harold Godwinson e i suoi anglo-sassoni ottennero una schiacciante vittoria, pertanto i superstiti norvegesi si diedero alla fuga in Scandinava. Ma la situazione era ancora grave, si stava profilando il regolamento dei conti fra gli anglo-sassoni, guidati da Harold Godwinson, e i normanni, guidati da William (detto anche il “Bastardo”, dato che era un figlio illegittimo).


Il 14 ottobre il fatidico scontro si concretizzò nella Battaglia di Hastings.
Harold Godwinson schierò gli anglo-sassoni sulla cresta di una collina, che scendevano verso la pianura. Gli Anglosassoni erano appiedati ed erano armati in modo leggero con archi, scudi, pietre e fionde. Solo alcuni possedevano delle micidiali scure e pochissimi possedevano una spada.
William, invece, dispose i suoi nella piana. La maggior parte dei Normanni indossavano l’usbergo (una lunga maglia di ferro) rinforza da gambeoni (una tunica imbottita) e un elmo. I Normanni erano in una posizione sfavorevole, ma armati in modo migliore: disponevano anche di lunghi scudi ovali ed erano muniti di lance.
Ma il vero fattore determinante fu la cavalleria, che poteva spazzare facilmente lo scudo rotondi degli Anglosassoni. I Normanni padroneggiavano perfettamente l’arte della cavalleria: disponevano di una sella ad alto schienale, di una doppia cinghia per la sottopancia dei cavalli, di staffe e di briglie per condurre più stabilmente i cavalli. Inoltre i Normanni padroneggiarono una nuova tecnica di attacco: tenere stretta la lancia sotto l’ascella, piegare il braccio, stabilizzare l’arme e partire alla carica. La cavalleria normanna divenne una massa d’urto inarrestabile.


Ma la battaglia fu comunque incerta, William diede ordine di far avanzare la sua fanteria leggera contro gli Anglosassoni, che resistettero bene. Addirittura le cariche a cavallo di William e dei suoi normanni rappresentarono un facile bersaglio per gli arcieri normanni. Pertanto William escogitò una finta fuga e colti dall’inganno gli arcieri anglosassoni si diedero all’inseguimento. Con un dietro-front i Normanni spazzarono via gli appiedati Anglosassoni.
La battaglia ancora non era finita! Un gruppo di arcieri anglosassoni, guidati ancora da Harold Goldwinson, si “arroccarono” sulla collina e incominciarono di nuovo a tirare d’arco. William rispose ordinando ai suoi di tirare verso il cielo, in modo da far cadere una “pioggia di frecce” sulla testa degli Anglosassoni.

Fu la fine. Lo stesso Harold Godwinson fu accecato da una di queste frecce. Le nuove tecniche di combattimento, la cavalleria e l’abilità tattica di William “The Conquer” ebbero la meglio. La Battaglia di Hastings (1066) viene ricordata tradizionalmente come il momento di svolta della storia inglese: si trattò dell’affermazione della progredita aristocrazia normanna sul territorio inglese.
Come facciamo a conoscere tutti questi particolari? Le fasi della partenza dalla Normandia, dello sbarco in Inghilterra e della concitata battaglia sono rappresentati dall’Arazzo di Bayeux. Una striscia di stoffa, ricamata a vivacissimi colori, ci illustra senza interruzioni, fra una scena e l’altra, le vicende, che portarono Guglielmo alla conquista dell’Inghilterra nel 1066.
L’arazzo è noto con nome di Bayeux, poiché è conservato nella cittadina della Francia nord-occidentale in Normandia. Piuttosto che “arazzo” è più giusto parlare di “stoffa ricamata”, o meglio un telo di lino grezzo di circa 70 metri, su cui le storie sono ricamate da fili di lana colorati. Probabilmente la vittoria di Hastings veniva commemorata ogni 14 ottobre e l’arazzo di Bayeux esposto lungo le mura della cattedrale di Bayeux. Però l’intento didascalico dell’opera tende a far pensare, che l’arazzo decorasse la navata della cattedrale di Bayeux in occasione della solenne festa delle reliquie del tesoro ai primi di luglio. Il dibattito sul suo “uso” è ancora in corso.
Accanto a William nell’ arazzo di Bayeux era presente il fratellasto Oddone, che al tempo il vescovo di Bayeux. Il vescovo Oddone combatteva a cavallo con elmo, mazza e armatura. L’opera è datata fra il 1066 e il 1082, anno in cui Odone viene imprigionato da Willia e aooltanto a Palermo. Oltre a scritte in latino, sull’arazzo di Bayeux sono presenti scritte in dizione anglosassone, dove compaiono frasi in inglese arcaico. Proprio in Inghilterra e in Normandia elaborarono una raffinatissima tecnica di ricamo, detta opus anglicanum, che si diffonderà in tutta l’Europa Medievale come uno degli stili di ricamo di maggior successo.

Infine le scene volevano testimoniare l’inesorabile nemesi divina calata sull’aristocratico Harold Godwinson e il suo esercito anglosassone. Harold Godwinson aveva giurato fedeltà vassallatica a William, ma lo tradì rivendicando il trono di Edoardo il Confessore, pertanto la giustizia divina si abbatte sull’infedele Harold Godwinson. Il vassallaggio di Godwinson fa pensare più ad una rielaborazione posteriore se non di “propaganda” normanna. Pertanto la battaglia di Hastings, secondo l’Arazzo di Bayeux, rappresenterebbe la benevolenza divina nei riguardi della conquista normanna dell’Inghilterra.