
Breve descrizione
La Battaglia del Cremera, la battaglia di Lago Regillo, i Decemvirati del 451 e 450, la Secessio Plebis del 494 e del 449, le Leggi Licinie-Sestie del 367 fino alla Lex Hortensia del 287 sono le tappe della presa di coscienza politica da parte della plebe romana. La tradizione mitica della scacciata dei Tarquini del 509 è stata messa fortemente in dubbio, addirittura considerata una rivolta interna del patriziato. E la plebe? Secondo la leggenda la provocatio ad populum fu già concessa nel 494 da Publio Valerio Publicola se non addirittura dal 509. Secondo Musti la Plebe acquisisce già una propria coscienza nell’età regia sotto Servio Tullio grazie soprattutto alla prima impostazione falangitica.
Secondo altri storici la Repubblica inizia solo con il Decemvirato del 451 e l’emissione dell 12 Tavole. Appio Claudio Crasso Inregillense fu considerato un tiranno pregno di adfectatio regni, ma probabilmente fu tacciato di aspirare a un governo personalistico da ricostruzioni storiche fortemente oligarchiche. I maggiori giuristi lo ricorderanno, invece, come il più grande legislatore di Roma. D’Ippolito riporta i vari commenti e la storia delle XII Tavole. Cicerone asserisce che hanno più valore le XII Tavole che tutte le biblioteche del mondo antico anche se messe insieme.
Cassola analizza minuziosamente le dinamiche dei tribuni militari con podestà consolare, la nobilitas e il novus homo scardinando le credenze comuni. I tribuni militari (creati nel 444) ebbero competenze amministrative fino a ricoprire la prima forma di censura ma in tal periodo fino al 367 i consoli in carica furono solo patrizi. La nobilitas riguarda, invece, il nuovo gruppo dirigenziale a partire dalle Leggi Licinie-Sestie e dalla Lex Ogulnia (300 a.C.), creando un elites patrizio-plebea sempre più ristretta nelle ultime fasi della Repubblica. L’iscrizione di Scipione Ispano, invece, rivoluziona il concetto di nobiles (anche la pretura nobilita la propria gens). Novus Homo sono gli uomini politici non aventi alcuna discendenza da cariche con imperium (dictator, magister equitum, consul, praetor). Sorprendentemente Gaio Mario e Cicerone non sono da considerarsi homo novus secondo questa interpretazione, dato che hanno conseguito il consolato e la pretura, raggiungendo così la ristretta cerchia della nobilitas, spuntata ancor di più da “Sulla Felix” (Lucio Cornelio Silla).
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2 Domenico Musti Lotte sociali e storia delle magistrature
3 Federico d’Ippolito Le XII Tavole iil testo e la politica
4 Filippo Cassola Lo scontro fra patrizi e plebei e la formazione della nobilitas