Capitolo VII: Socrate
28. Il problema
Quanti anni aveva Socrate? Socrate è morto nel 399 e probabilmente aveva 70 anni. Il padre, Sofronisco, era uno scultore, mentre, la madre, Fenarete, era una levatrice. L’arte della maiuetica deriverebbe proprio dall’arte ostretica della madre, come è riportato nel Teeteto (149 a). Quindi Socrate fa “partorire” delle idee ai suoi interlocutori!
In giovane età si avviò allo studio della “filosofia scientifica” del tempo, però dopo aver letto Anassagora lo rigettò. Poi Socrate si allontanò da Atene solo 3 volte per svolgere il suo dovere di soldato, prendendo parte alle Battaglie di Potidea, Delio e Anfipoli. Nel Simposio Platone ci riporta che Socrate in guerra fu infaticabile, sopportando pienamente il freddo e le fatiche della guerra. Socrate dimostrò il suo coraggio, la sua modestia e piena padronanza di sé anche quando l’esercito era in rotta.

Socrate si tenne lontano dalla vita politica. Nel famoso processo di Socrate, il filosofo testimoniò la sua vocazione: la filosofia, intesa come esame e ricerca incessante di se stesso e degli altri. Addirittura trascurò ogni attività pratica e visse in povertà con la moglie Santippe e i figli.
La sua personalità è descritta come “strana” (àtopon: essere fuori dal mondo comune) e addirittura inquietante, dato che sfuggiva da ogni comprensione. Il suo aspetto fisico non era armonioso, ma la sua anima è propria quella di kalokagatòs (è bella e buona, in quanto giusta).
Secondo l’Alcibiade del Simposio di Platone, Socrate assomiglia ad una statua di Sileno, che al suo interno nasconde le immagini degli Dei! Per una comprensione più semplice noi oggi diremmo: brutto fuori ma bello dentro!
Nel Menone Socrate è paragonato ad una torpedine marina, che intorpidisce chi la tocca: Socrate getterebbe l’anima dei suoi interlocutori nel dubbio e nell’inquietudine.
Socrate non scrisse nulla: Socrate ritenne che la ricerca filosofica non potesse essere continuata da uno scritto. Perché questo paradosso? Nel dialogo Fedro è presente la celebre “invettiva alla scrittura”, quando il re egiziano Thanus si rivolge al dio Theut:
Tu offri ai discenti l’apparenza, non la verità della sapienza; perché quand’essi, mercé tua, avranno letto tante cose senza nessun insegnamento, si crederanno in possesso di molte cognizioni, pur essendo fondamentalmente rimasti ignoranti e saranno insopportabili agli altri perché avranno non la sapienza, ma la presunzione della sapienza
Per Socrate la filosofia è incessante ricerca di sé e degli altri, quindi nessuno scritto può dirigere il filosofare. La scrittura può comunicare “conoscenza”, ma non stimola la ricerca. Non scrivere per Socrate è parte essenziale del suo approccio filosofico.
29. Fonti
Non abbiamo fonti “dirette” su Socrate (i suoi “non scritti”), ma abbiamo delle fonti “indirette”:
- Senofonte: Detti memorabili di Socrate. Si tratta di una serie di ricordi socratici, fondata in buona parte su scritti altrui;
- Platone: Socrate è il personaggio principale della maggior parte dei dialoghi di Platone;
- Aristotele: cita Socrate in merito al metodo induttivo e deduttivo;
- Aristofane: nelle Nuvole presenta Socrate come un sofista che rende più forti i discorsi più deboli e fa trionfare gli ingiusti sui giusti;
Le testimonianze di Aristotele e di Senofonte permettono di discernere e limitare la complessa figura del Socrate descritto da Platone. Ad esempio Socrate non è il pensatore della “dottrina delle idee”.
30. Il “conosci te stesso” e l’ironia
Socrate ha richiamato la filosofia dal cielo alla terra
(Cicerone, Tuscolanae Disputationes)
La ricerca di Socrate pone come suo oggetto esclusivamente l’uomo e il suo mondo, mantenendosi nel dominio della realtà umana. La ricerca socratica è promuovere nell’uomo la ricerca intorno all’uomo. Insomma si tratta di mettere l’uomo in chiaro con se stesso, ovvero, il riconoscimento dei limiti dell’uomo in modo da renderlo giusto e solidale con gli altri.
Il Conosci te stesso è proprio un’esame incessante di sé in rapporto agli altri.
Il Primo passaggio del Conosci te stesso è il riconoscimento della propria ignoranza. Il significato del famoso oracolo di Delfi è che nessun uomo sa nulla veramente, ma è sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza. Solo chi sa di non sapere cerca di sapere, mentre, chi ritiene di sapere non si avvia alla ricerca filosofica e alla cura di sé. Questo principio socratico è in netta antitesi con la sofistica. Contro ai Sofisti che facevano professione di sapere e di insegnare il loro sapere, Socrate fa, invece, professione di ignoranza.
Pertanto il sapere dei Sofisti è un non-sapere, un sapere fittizio privo di verità, pieno di boria e impedisce di assumere un atteggiamento di ricerca.
Lo strumento di smascheramento dei falsi saperi è l’ironia. L’ironia permette di indagare e di interrogare direttamente, svelando l’ignoranza e gettandoci nel dubbio e nell’inquietudine di impegnarci nella ricerca. L’ignoranza mette in evidenza un sapere fittizio e mette a nudo un sapere vacuo. L’ironia è “l’arma dialettica” di Socrate che dimostra la boria dell’ignorante interlocutore pieno di limiti. Socrate è simile alla torpedine marina poiché scuote con una scossa i suoi interlocutori comunicandogli dubbio. L’ironia è liberazione di sé e degli altri.
31. La Maieutica
Filosofia socratica è comunicare lo stimolo per la ricerca:
- Nel Teeteto il famoso paragone con l’arte della madre: la maieutica
- Professione di sterilità intellettuale, ma rende la ricerca degli altri feconda e piena di parti intellettuali
- È l’arte della ricerca associata: è il frutto di dialogare continuo con gli altri.
- È antitesi alla sofistica (come individualismo radicale, mai sincerità con gli altri)
- Nel Gorgia la sofistica è come la culinari invece la maieutica è come la medicina
Propositi di Socrate:
- Contrapposizione all’individualismo sofistico
- Concetto di uomo-ragione: caratteri di solidarietà e di giustizia (è un legarsi agli altri e al valore degli individui e del loro intrecciarsi)
- È un rapporto fondato sulla ricerca del sè, sulla virtù e giustizia
- Scienza e Virtù
La ricerca di sé è ricerca del vero, del sapere e della virtù: è il principio fondamentale dell’etica socratica la corrispondenza fra scienza, virtù e sapere.
Dall’ignoranza scaturisce qui l’atteggiamento verso il conseguimento di una ricerca improntata nell’approfondimento del sé e come potenza direttiva del sé: è uno scegliere il maggior piacere, quello della virtù.
La virtù è la perfezione, è piacere massimo: è una questione di calcoli di piaceri, calcolo intelligente.
Sapere è scienza per Socrate dato che è ricerca autonoma dei valori su cui la vita deve fondarsi.
- La religione di Socrate
Il filosofare è una missione divina: è un comando divino
- Il daimon lo consiglia in ogni momento: è come una voce della coscienza
- È sentimento del trascendente
- Spirito religioso si fonda a quello filosofico dato che la divinità corrisponde al bene e alla virtù
- Il comando divino non è rivelazione ma ingiunzione di ricerca, di sforzo verso la giustizia e un suo tentativo di realizzarla.
- L’induzione e il concetto
Aristotele attribuisce a Socrate: i ragionamenti induttivi e la definizione dell’universale (i principi della scienza).
Induzione? Procedimento conducente dall’esame di fenomeni o casi particolari ad affermazioni generali. È un muovere verso la definizione di concetto, alla sua essenza alla sua natura.
La sua è una ricerca sulla natura morale diretta verso da un metodo scientifico per conseguire la perfetta oggettività (globalità di intendersi e di associarsi): solo come scienza la virtù è insegnabile.
Applicazione scientifica di Socrate riguarda concetti etico-pratici (sul dover essere) è una riflessione critico-normativa intorno all’operare e al vivere dell’uomo.
- La Morte di Socrate
Mileto, Anito e Licone: accusa di corrompere i costumi dei giovani insegnamento di false credenze.
Difesa di Socrate è una difesa del suo compito educativo
Rifiuto di fuggire nel Critone: impossibilità di smentire le sue tesi di aderenza e rispetto delle leggi.
Raccomandazione di prendere cura di sé. È spirito genuino della filosofia greca, realizza l’esigenza della virtù e del bene e della scienza.
Capitolo VIII
Le scuole socratiche
36 Senofonte
Famoso per l’Anabasi e i detti memorabili di Socrate
- La Scuola megarica
Euclide di Megara, Eubulide di Mileto, Diodoro Crono, Stilpone
- Unione della dottrina di Socrate con la dottrina eleatica
- Uno solo è il Bene e l’Unità
- Conoscenza del bene è la virtù
- Ripudio della conoscenza sensibile e fede nella ragione
Negazione del molteplice, del movimento e del divenire: dialettica simile a quella di Zenone
Argomenti cavillosi come quello del mucchio di Eubulide.
Gusto per le antinomie e i paradossi (intesi come argomenti indecidibili): argomento del mentitore fa parte della serie di argomenti insolubili.
Argomento di Diodoro Crono: solo ciò che si è verificato è possibile
Stilpone argomento del sapiente bastante a se stesso e vicino all’ideale del saggio impassibile.
- La scuola cinica (Antistene)
Antistene è il fondatore della scuola: il nome deriva dai cani in quanto i membri conducevano una vita quasi allo stato brado.
Ercole è il simbolo del saggio cinico contro piaceri e dolori afferma la potenza del suo animo.
Per Antiste è impossibile affermare l’identità, da qui è impossibile contraddire e impossibile dire il falso. La realtà è individuale, corporea e non va oltre il nome indicato: non c’è un universale.
Logos è l’espressione dell’essenza: la definizione è ciò che esprime ciò che è o era.
Ma è da legarsi solo a relazione composte.
Felicità è vivere secondo virtù, la virtù è sufficiente a se stessa. Liberarsi dai bisogni che rendono l’uomo uno schiavo.
- Diogene
Socrate pazzo. Realizza l’ideale del ritorno alla natura. Opposizione radicale degli usi e convenzione umane. Sosteneva la comunanza delle donne e dei figlio, era cittadino del mondo
40 La Scuola Cirenaica (Aristippo)
Aristippo è il fondatore della scuola cirenaica. Ricerca teoretica passa in secondo piano: è solo il problema della felicità e della condotta morale ad essere trattato.
Gnoseologia: criterio di verità è la sensazione. È vero solo ciò che ci appare ma è impossibile affermare che è.
L’incontro fra oggetto e soggetto genera la sensazione e dall’altro l’oggetto sensibile.
Stadi emotivi sono tre: uno è il dolore, l’altro il piacere, il terzo è la calma.
Il bene si identifica nel piacere attuale e in una sensazione piacevole quindi il fine dell’uomo è il piacere. Il piacere è solo attuale pertanto la felicità è il sistema di piaceri particolari che si intessono fra loro.
È pensare solo il presente come il nostro. Da qui cogliere l’attimo e di affermare la libertà spirituale: è un non rimpiangere il passato, non tormentarsi per i futuro.
41 Altri cirenaici
Ricerca del piacere guidata dall’intelletto.
- Teodoro L’ateo: piacere è la felicità come saggezza; piacere è indifferenza; inutilità dell’amicizia; diniego delle divinità
- Egesia: anima soffre, saggezza è scansare i mali
- Anniceride: simpatia verso gli altri uomini, amicizia e altruismo
Capitolo IX
Platone
42 La vita e l’ideale politico di Platone
Nasce nel 428 a.C. proveniente da una famiglia di origini nobili:
- Incontro con Cratilo e la filosofia eraclitea
- Secondo Diogene Laerzia brucia tutti i suoi scritti tragici e lirici
- Frequenta Socrate e nel 399 assiste al suo processo
Lettera VII:
- Comprensione della personalità, interessi spirituali di Platone
- Volontà di dedicarsi fin da giovane alla vita politca
- Delusione della signoria dei Trenta Tiranni
- Delusione della restaurazione democratica e conseguente processo a Socrate
- “Io vidi che il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male se prima non fossero giunti al potere i veri filosofi, o i reggitori di stato non fossero per divina sorte divenuti veramente filosofi”
Viaggi e propositi politici:
- 1° viaggio: in Italia Meridionale, conoscenza delle comunità pitagoriche e di Archita di Taranto; vendita al mercato di Egina a causa del tiranno Dionigi il Vecchio; conseguente riscatto di Anniceride di Cirene
- Al ritorno fondazione dell’Accademia: è una comunità della libera educazione, sul modello delle comunità pitagoriche (un tiaso)
- 2° viaggio: A Siracusa su invito di Dione per l’educazione da imprimere a Dionigi il Giovane; ma il successore si dimostrò inadatto e conseguente ritorno ad Atene
- 3° viaggio: richiamato da Dione per recedere il suo esilio; l’esito fu disastroso; conseguente fuga con Archita
- Lettera VI: i suoi intenti hanno successi, due suoi allievi Erasto e Corisco sono richiesti da Ermia, tiranno di Atarneo, per la formulazione di una nuova costituzione
- Il Problema dell’autenticità degli scritti
34 dialoghi, Apologia di Socrate e 13 lettere
Tetralogie di Trasillo:
- Eutifrone, Apologia, Critone, Fedone
- Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico
- Parmenide, Filebo, Convito, Fedro
- Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti
- Teagete, Carmide, Lachete, Liside
- Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone
- Ippia maggiore, Ippia minore, Ione, Menesseno
- Clitofonte, Repupplica, Timeo, Crizia,
- Minosse, Leggi, Epinomide, Lettere
Individuare le opere spurie e i suoi criteri:
- Tradizione
- Testimonianze antiche
- Contenuto dottrinale (elementi di altre dottrina e scuole se scritti in epoca tarda)
- Valore artistico
- Forma linguistica
Spuri sono Alcibiade II, Ipparco, amanti, Teagete, Minosse.
- Il Problema della cronologia degli scritti
Problema ordine cronologico degli scritti di Platone:
- Ordine cronologico degli scritti di Platone è legato alla sua esperienza di approfondimento e di ricerca
- Criterio aristotelico: Leggi sono posteriori alla Repubblica
- Confronto fra i dialoghi: la Repubblica prima del Timeo; Politico è una continuazione del Sofista; Sofista continuazione del Teeteto; Menone è anteriore al Fedone
- Confronto con lo stile e gli stilemi: differenze stilistiche fra Repubblica e le Leggi (delinea un gruppo di dialoghi stilisticamente simile alle Leggi)
- Confronto con la forma narrativa o drammatica: in alcuni è introdotto il dialogo in altri è narrato
- Primi dialoghi non vi è la dottrina delle idee, poi è presente la difesa di Socrate
- Scritti giovanili socratici: Aologia, Critone, Ione, Lachete, Liside, Carmide, Eutifrone
- Trapsso: Eutidemo, Ippia minore, Cratilo, Ippia maggiore, Menesseno, Gorgia, Repubblica I, Protagora, Menone
- Scritti della maturità: Fedone, convito, Repubblica II-X, Fedro
- Scritti della vecchiaia: Parmenide, Teeteto, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi
- Carattere del Platonismo
Discorso scritto comunica la presunzione della sapienza:
- Scritti non sanno difendersi, aiutarsi da chi li maltratta
- “Dottrine non scritte” dell’Accademia
Dialogo:
- Riproduce la forza del discorso parlato
- Espressione di ricerca fedele
- È esame incessante del sé con gli altri
- Pensiero è un discorso che fa l’anima con se stessa, è un dialogare interiore
- “Di mio non c’è e non ci sarà mai nessun trattato su questo argomento. Esso non può essere ridotto a formule, come si fa delle altre scienze; solo dopo essersi avvicinati per molto tempo a questi problemi e dopo aver vissuto e discusso in comune, il loro vero significato si accende all’improvviso nell’anima, come la luce nasce da una scintilla e cresce poi da sé sola”
Dialogo è vita della ricerca filosofica, vita a tappe, di scandaglio, di socialità, comunanza, di sforzo, di silenzio letterario
- Socrate e Platone
Nell’attività di Platone vi è fedeltà all’insegnamento e alla persona di Socrate, un tentativo di rintracciare il significato vitale dell’opera del maestro.
È un approfondire la figura di Socrate tramite la manifestazione di una vita dedita alla ricerca:
- Spiega la forza di personalità del maestro e la via della ricerca tracciata da Socrate
- La ricerca platonica è un’interpretazione della personalità filosofica di Socrate
- Illustrazione e difesa dell’insegnamento di Socrate
1° fase: insegnamento Socratico in base all’atteggiamento fondamentale di Socrate storico e ai suoi concetti di insegnamento
Apologia:
- Esaltazione della vita consacrata alla ricerca filosofica
- “una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta dall’uomo”
- L’esame del se e degli altri verso la via della virtù
Critone:
- Dubbio se smentire la sostanza del suo insegnamento fuggendo dalla sentenza
- Accettazione della sentenza serenamente
- Non si può compromettere la ricerca con fughe che ne svuotino il senso
“l’uomo più saggio e più giusto di tutti”
Moralismo e ignoranza di Socrate in Alcibiade I, Ione, Ippia minore
- Alcibiade I: Alcibiade è nella condizione della più nefasta delle ignoranze quella di chi non sa di essere tale; da qui il proposito del “conosci te stesso”
- Ione: rapsdo che si vanta di declamare i versi di Omero, ma è un falso sapiente, dato che la conoscenza poetica proviene dall’ispirazione divina (da qui la falsità del sapere, infatti, se vi fossero poeti di guerra questi non saprebbero nulla di arte di guerra)
- Ippia maggiore: sul peccare volontariamente (solo chi conosce il bene, è l’uomo dabbene). Qui l’assurdità della tesi diventa una chiara conclusione: solo che è ignorante pecca davvero, poiché non conosce il bene. Qui l’identificazione fra virtù e sapere. La virtù è una sola.
- Lachete: sul coraggio (scienza di ciò che si deve temere e ciò di cui non si deve temere); si giunge alla conclusione di indagare una singola virtù
- Carmide: sulla saggezza (Critia la definisce come conoscenza di se stesso, qui l’obiezione di Socrate di verificare l’oggetto della scienza: deve avere per oggetto il bene quindi diviene sapienza e coraggio pertanto la virtù intera).
- Eutifrone: sulla pietà religiosa o santità (prima sugli scambi dei benefici fra uomo e divinità, le azione sono quelle gradite agli dei: ma vi è una conclusione negativa del dialogo di definire il concetto di pietà religiosa e avvia verso il riconoscimento dell’unità della virtù)
Indagine sui valori della virtù:
- Ippia maggiore: il bene non può essere disgiunto dal bello
- Liside: amicizia (il bene è il termine finale e il fondamento di ogni rapporto umano: l’uomo ama e desidera il bene, cosi che il bene ultimo e supremo è fondamento dell’amicizia
Non esistono virtù particolari ma un’unica virtù. Non esistono fini o valori particolari ma il fine o il valore è uno solo: il bene
- La polemica contro i Sofisti
Polemica con l’atteggiamento dei sofisti:
- Virtù di Protagora non è scienza (un insieme di abilità acquisite)
- Non è insegnabile la virtù di Protagora (dato che è unica la scienza e la virtù per Socrate, non divise e molteplici proprio come Protagora)
Rifiuto dell’insegnamento sofistico come educativo e formativo
Eutidemo:
- Dialogo contro l’eristica
- Rappresentazione caricaturale del metodo eristico
- Eristica è l’arte di battagliare a parole “confutare tutto que che si dice, falso o vero che sia”
- Esercizi eristici di Eutidemo e Dionisodoro (non è possibile l’errore e che qualsiasi cosa si dica è vera ed è)
- Socrate afferma allora che non ci sia nulla da insegnare se non la spienza
- Protreptikon: esortazione alla filosofia e al suo compito: l’uso del sapere a vantaggio dell’uomo, servirsi di ciò che si fa, utilizzarle per il vantaggio di sé e per la felicità.
Cratilo:
- Verbalismo
- Il linguaggio deve essere adatto a farci discernere la natura delle cose (imitare ed esprimere la natura delle cose)
- 1 tesi: sostenuta dagli Eleati, Megarici, Sofisti, Democrito che il linguaggio è pura convenzione
- 2 tesi: sostenuta da Cratilo e da Eraclito, dai cinici è che il linguaggio è naturalmente prodotto
- 3 tesi: linguaggio è scelta intelligente delo strumento
- Platone fa riferimento alle idee come sostanze “ciò che l’oggetto è”
- Apre la via alla possibile dicitura del falso.
Gorgia:
- Attacco alla retorica
- Ogni arte per Platone è persuasiva se si riferisce ad un oggetto proprio
- La retorica non ha un oggetto proprio: consente di parlare di tutto
- È una pratica adulatoria
- È meglio subire il male piuttosto che commetterlo
- Per Callicle: la giustizia è solo una convenzione, e vige la legge del più forte (preminenza sugli altri)
- Piacere qui è soddisfazione di una bisogno in quanto mancanza (intemperanza di seguire i bisogni)
- Virtù è bene, l’anima buona è l’anima ordinata, saggia, temperante e giusta
- L’apprendere e i suoi oggetti (le idee)
Problema dell’apprendere:
- Se ne occupa il Menone
- Mito dell’anamnesi: immortalità dell’anima e ricordo di ciò che sa; l’anima ha già appreso tutto e il ricordo permette di ritrovare tutto il resto
- Imparare e ricercare e ricordarsi sono un atto di virtù e coraggio dell’anima
- Il mito ci espone alla ricerca: esempio dello schiavo (ricordante il teorema di Pitagora)
- Esprime il principio dell’unità della natura e l’anamnesi esprime l’unità della natura delle cose e l’unità fra natura e anima, rendendo possibile l’apprendimento e la ricerca
Perché non ci sono maestri?
- In essi non vi era saggezza (phronesis)
- La saggezza è scienza, nel suo grado più basso è opinione (non ha garanzia di verità)
- Opinioni tendono sempre a sfuggire, invece la scienza è un collegamento razionale saldo
Problemi irrisolti dal Menone vengono spiegati nel Fedone:
- Determinazione di un oggetto della scienza, che non ha nulla a che vedere con la realtà sensibile. Da qui la formulazione della teoria delle idee
Dottrina delle idee:
- Oggetti specifici della conoscenza razionale. Sono enti o sostanze divise dalla conoscenza sensibile. Compito della filosofia è l’indagine dell’anima in modo da concentrarla su di se in modo che si colga l’essere in sé, verso ciò che è intellegibile. Discende dall’Eleatismo, ed è proprio l’oggetto della conoscenza ossia l’essere in sé. Derivazione orfica di considerare il sensibile come una prigione gnoseologica
- Criteri o principi di giudizio delle cose naturali. Criteri per giudicare il sensibile; il criterio è la corrispondenza fra idee e gli enti come concetti che li corrispondono. Le idee sono criteri di valutazione ed esse stesse valori.
- Le idee sono cause delle cose naturali. Sono le ragioni o logoi delle cose stesse: il fine e la perfezione a cui sono destinate. Sono sia i criteri di valutazione, sia i logoi, sia le ragioni delle cose
Immortalità dell’anima:
- Si dimostra sul fondamento della dottrina delle idee
- Anima è invisibile, indistruttibile
- Reminescenza prova della sua immortalità
La teoria dell’apprendimento di Menone si riconduce a determinare l’oggetto del suo apprendere e riceve la dimostrazione del suo presupposto fondamentale l’immortalità.
- L’eros
Tra l’appredimento dell’uomo e le idee nella reciproca ricerca si instaura un rapporto, esso è l’amore (eros).
Simposio:
- Oggetto dell’amore
- Bellezza
- Indagine dei gradi gerarchici
Fedro:
- Amore nella soggettività
- Aspirazione alla bellezza
- Elevazione dell’anima al mondo dell’essere
Simposio:
- Pausania: eros volgare e eros celeste
- Erissimaco: l’amore una forza cosmica (proporzione e armonia del tutto)
- Aristofane: mito degli esseri primitivi composti d’uomo e donna (insufficienza nell’uomo)
- Socrate: Amore come bisogno, Amore come figlio di Penia e Poros, è un demone, desidera la bellezza. È un aspirazione a possederla, ed è filosofo. La bellezza è il bene che rende felice. La generazione è un perpetuarsi come generazione del bello. Bello come fine dell’amore. Ma vi è una scala amoris (la bellezza sensibile, bellezza corporea, bellezza dell’anima, bellezza delle istituzioni, bellezza delle scienze fonte di altra bellezza
Fedro:
- Anima immortale, ha in se il principio della vita
- Mito dell’auriga
- Si muove in direzione dell’iperuranio (regione sopraceleste) ossia la sede dell’essere
- È contemplabile dalla guida dell’anima : la ragione
- Tale ousia è la totalità delle idee
- Poi le anime si incarnano in gerarchie di corpi dediti alla conoscenza: il ricordo delle sostanze ideali è risvegliato dalla bellezza
- Bellezza è mediatrice fra l’uomo e il mondo delle idee
- La risposta dell’uomo è l’amore: diviene guida nel mondo dell’essere
- Pertanto l’amore si rifugia nella ricerca rigorosa dell’essere, delle idee: è procedimento dialettico e razionale
- Dialettica è ricerca dell’essere in sé e unione amorosa delle anime in apprendimento.
È psicagogia: guida dell’ anima con la mediazione della bellezza verso la propria destinazione.
- La Giustizia
Necessità di praticare la filosofia come disciplina di indirizzo politico per sradicare il male dal mondo.
Qual è lo scopo della Kallipolis? È La giustizia:
- Condizione fondamentale della nascita e della vita dello stato
- Stato costituito da tre classi: quella dei governanti, quella dei custodi o guerrieri e quella dei cittadini
- La saggezza appartiene ai governanti, il coraggio appartiene ai guerrieri, la temperanza è virtù di tutte le classi
- Giustizia comprende sia saggezza, coraggio e temperanza: è un attendere al proprio compito e a ciò che spetta
- Adattamento alla propria psiche e unità dell’apparto politico
Giustizia garantisce unità e forza allo stato:
- Corrisponde all’unità del singolo
- Distinzione in tre parti del singolo
- Parte razionale: dominio della ragione
- Parte irascibile: lotta per ciò che la ragione ritiene opportuno
- Parte concupiscibile: impulsi corporei
- Nell’uomo singolo si ha armonia solo nel caso di una giustizia psichica di un controllo dell’area razionale
La stato è giusto, quando un individuo attende il proprio compito; pertanto la giustizia è unità dell’individuo e dello stato e del loro reciproco accordo.
Condizioni della giustizia:
- Eliminazione della ricchezza e della povertà
- Abolizione della vita familiare (più perfetta eguaglianza con gli uomini, lo stato diviene una grande famiglia)
Analisi delle degenerazioni dello stato perfetto e degenerazioni dell’uomo giusto:
- Timocrazia (fondata sull’onore) e uomo timocratico (amante del comando e delgi onori)
- Oligarchia (fondato sul censo) e uomo avido di ricchezze
- Democrazia (libertinismo giuridico) e uomo dai desideri smodati
- Tirannide (nasce dall’eccessiva libertà della democrazia)
- Il Filosofo
Compito del filosofo nella Repubblica:
- Validità del conoscere
- All’essere corrisponde la scienza (conoscenza razionale)
- Al non essere corrisponde l’ignoranza
- Al divenire corrisponde la Doxa (conoscenza sensibile)
I gradi del conoscere
- Eikasia: supposizione e congettura (ombre ed immagini)
- Pistis: opinione creduta (cose naturali, esseri viventi, oggetti d’arte)
- Dianoia: ragione scientifica (ipotesi dal mondo sensibile, enti matemtici)
- Noesis: intelligenza filosofica (processo dialettico, ha per ogetto il mondo dell’essere)
Il mondo dell’essere è il mondo dell’unità e dell’ordine assoluto:
- Ombre sono copie delle cose naturali
- Le cose naturali sono copie degli enti matematici
- Enti matematici sono copie delle sostanze eterne presenti nell’iperuranio
- Enti matematici riproducono l’ordine dell’iperuranio
Educazione dal passaggio del mondo della doxa al mondo della scienza è il brano del mito della caverna:
- Il fondo della caverna è la conoscenza sensibile costituita da ombre dove l’uomo è imprigionato (ombre scambiate per realtà e conoscenza)
- L’uscita dalla caverna lo porta alla conoscenza del sole
- La conoscenza delle cose naturali è come la condizione dei prigionieri
- Vera realtà è al di fuori della caverna
- Passaggio al’indagine del mondo dell’essere e non più sensibile, fino alla conoscenza del bene
Adoperare le altre scienze come l’aritmetica (are del calcolo), la geometria (scienza di enti immutabili), astronomia (scienza del movimento perfetto), musica (scienza dell’armonia). Il bene è corrispondente al sole (il bene dà vitalità alle altre idee, è causa delle idee, superiore alle sostanze). Il bene è la perfezione stessa.
Nel Fedone Platone difende l’identificazione del potere causale con la perfezione:
- Finalità politica della filosofia
- Utilizzazione di tutte le conoscenze filosofiche per una fondazione di una comunità giusta e felice
- Fondamentale è il ritorno alla caverna: rivalutazione del mondo umana, proporsi a disposizione della comunità, sfidare il rischio, obbedire al vincolo di giustizia che lo lega ai propri simili
- È un risveglio conoscitivo e di azione verso la bellezza, la giustizia e il bene
- Il ritorno alla caverna rende un filosofo un vero filosofo
- Condanna dell’arte imitativa
Abbandono delle illusioni sensibili e del mondo delle ombre:
- Arte imitativa è legata alle illusioni
- È imitazione e apparenza degli oggetti
- Lontano dal calcolo e dalla misura
- Imitazione si rivolge all’are concupiscibile
La poesia è simile all’arte:
- Stimola l’area concupiscibile (quella degli impulsi)
- Riso smodato non incoraggia l’area critica della ragione
Non ha valore la creazione artistica: è una imitazione che si limita alla superficialità e alla contraddittorietà. È un rinchiuderlo nella propria illusione.
- Il mito del destino
Problema del destino:
- Mito finale della Repubblica
- Scelta nel mondo di là
- Mito di Er (racconta la sorte dopo la morte: scelta della reincarnazione)
- Scelta dei modelli di vita che hanno di fronte come possibilità
- Scelta dell’anima è decisiva
- Molte anime scelgono in base alla vita precedente (l’anima di Ulisse sceglie una vita oscura)
- Riconferma della libertà in base alla decisione in base alla vita tenuta dall’anima nella sua precedente vita
- Afferma la libertà dell’uomo
Fase critica del Platonismo: Il “Parmenide” e il “Teeteto”
Parmenide:
- Socrate non è il personaggio principale
- Ricerca è sempre più tecnica
- Vengono messi a parte gli insegnamenti del maestro
- Snodo per lo sviluppo della teoria delle idee
Teoria delle idee:
- Ridefinizione
- Classificazione
- Impostazione problemi nei rapporti con le cose e la mente umane
Che cos’è l’idea?
- La forma unica di un molteplice
- È un solo colpo d’occhio intellettuale
Di quali oggetti ci sono idee?
- Ci sono idee degli oggetti delle specie matematica
- Del giusto, del bene, del bello
- Della quiete, movimento, uno, molti, pluralità e unità
- Idee come valori: oggetto della dialettica e dell’intelligenza o pensiero (noesis)
- È in dubiio circa le idee di oggetti sensibili
È una considerazione di tipo logico-ontologico: scandagli gli aspetti formali per riconoscere un’unica forma ontologica unica.
Qual è il rapporto fra le idee e la mente?
- Non sono solo nella mente degli uomini
- Non esistono al di fuori dell’uomo
Quali sono i rapporti delle ide fra loro e delle idee con gli oggetti di cui costruiscono l’unità?
- Problema fra l’uno e i molti
- L’uno è l’idea
- I molti sono gli oggetti
- Come l’idea può partecipare a più oggetti?
- Argomento del “terzo uomo”
- Ipotesi di Parmenide: l’uno sia uno nel senso di essere assolutamento uno; e che l’uno sia nel senso di esistere
- La prima si confuta, invece, il secondo introduce nell’uno la possibilità di includere il molteplice e il divenire ed enunciare l’uno
- L’uno non esclude il suo articolarsi nel molteplice (sempre un ordine numerico ed un’unità
Lo scopo del Parmenide è prospettare una connessione vitale fra l’uno e i molti:
- Riconoscimento del non essere attraverso l’affermazione dello stretto rapporto fra uno e molti
Teeteto:
- Dialogo socratico complesso
- C’è Socrate: introduzione dell’arte maieutica
- Impossibilità di definizione del dominio della scienza a partire dalla soggettività conoscente
- Parmenide dimostra l’impossibilità dell’isolamento dell’unità assoluta (ha necessario rapporto con il mondo e i mondi)
- Teeteto dimostra l’impossibilità di una scienza come pura soggettività senza il contatto con il mondo dell’essere
- Aporia e nessun accenno al mondo delle idee
- Parmenide dimostra l’insufficienza dell’essere nella sua oggettività
- Socrate dimostra l’insufficienza della conoscenza come soggettività isolata dell’essere
Tesi del Teeteto:
- Sulla gnoseologia platonica
- Esclusione dalla conoscenza della sensazione
- Scienza è opinione vera? “Pensare è un discorso che l’anima fa da sé con se stessa, intorno agli oggetti che esamina. A me sembra che quando l’anima pensa non faccia altro che dialogare con se stessa, interrogandosi e rispondendosi, affermando e negando”
- Cos’è un’opinione falsa?
- Se l’opinione vera è accompagnata da ragione comunque non è scienza: rimane vincolata all’ambito della soggettività che non riconosce una validità oggettiva della conoscenza.
Indicazioni del Teeteto e del Parmenide sono feconde:
- Se si vuole giustificare l’essere e la verità bisogna giungere ad un essere non puramente oggettivo
- Se si vuole giustifica l’essere e la verità bisogna giungere ad una soggettività che comprenda l’essere
- L’essere e le sue forme
Sofista:
- Impossibilità che l’essere sia privo di movimento, vita, anima, intelligenza
- Inclusione dell’intellgienza: è vita e movimento
- Movimento è un eidos, ossia forma dell’essere
- L’essere è movimento, quiete e essere
- Ma si aggiungono anche identità e diversità
- Quindi l’essere è essere, movimento, quiete, identità e diversità
- Qui si compie il “parricidio” di Parmenide: dato che la diversità in quanto non-essere è inclusa negli attributi dell’essere
Ricerca Platonica unisce l’essere parmenideo alla soggettività socratica (con movimento e vitalità).
Nuova concezione dell’essere:
- 5 generi
- Esclusione dato corporeo
- Non si riduce alle forme ideali
- Non è solo immobile o in movimento
- Esclusione di una combinazione o che si escludono fra loro
- L’essere comprende l’essere come non essere ineso come alterità
- Essere è dynamis inteso come possibilità non come potenza aristotelica (in Aristotele è l’atto il senso fondamentale dell’essere)
- La dialettica
Tecnica propria della filosofia:
- Messa in discussione delle ipotesi
- Ricondurre ad un’unica idea una molteplicità di oggetti e di assumere la definizione dell’idea come ipotesi di partenza (può avere 3 esisti: 1) un idea può abbracciare anche altre 2) riduzione ad unità di molte altre 3) separazione fra idee) da qui sorgono l’unità e l’eterogeneità delle idee
- Si riconduce poi nel momento della divisione in quanto generi, forme diverse
Dialettica richiede la scelta delle definizioni e la loro messa a prova:
- Mondo dialettico non è monolitica
- È pieno di forme, generi e specie dell’essere
- Possibilità di connessione, è un mondo di relazioni possibili
- Compito della filosofia di indagare le relazioni delle forme, dei gradi e delle varie possibilità
Scienza più alta, poiché mette in discussione la verità delle ipotesi di partenza, è la più critica, non presuppone certezze, guarda all’essere con gli occhi aperti invece di pensarlo come un sogno di presupposti inviolabili
- Il Bene
Ricerca della forma di vita propria dell’uomo è il Bene (nel Filebo):
- Vita mista di piacere e intelligenza
- È un problema di misura, proporzione, convenienza
- Indagine morale diviene un indagine metafisica a sfondo matematico
- Ricorso alle categorie pitagoriche del limite e dell’illimitato
Mescolanza ben proporzionata è data dal congiungersi di limite e illimitato:
- Riunificare e unificare ciò che è disperso (limite)
- Limite toglie l’opposizione fra l’uno e i molti: è ricondurre all’unità
- Unione fra limite e illimitato è il genere misto: vi appartengono proporzione e bellezza (la sua causa è l’intelligenza)
- Bene è costituito da limite, illimitato, genere misto e intelligenza
Scala del Bene:
- Bene supremo come ordine, misura, giusto mezzo
- Segue la proporzione bella e compiuta
- Segue l’intelligenza come proporzione e bellezza
- Scienze e l’opinione
- Piaceri puri
La scienza del giusto è propriamente una scienza della misura.
Bene come scienza della condotta umana sfondo matematico e di misura persegue nella traccia socratica di identificare virtù e scienza insieme.
- La Natura e La storia
Mondo natura è ricondotto al mondo dell’essere:
- Si radica la natura nel mondo dell’essere e viceversa
- Intorno alla natura solo conoscenze probabili: poiché non si ha saldezza di giudizio
Attività del demiurgo come divinità artigiana che diffonde e moltiplica il bene nella sensibilità del mondo:
- Somiglianza con il mondo delle idee
- Tempo come un’immagine mobile dell’eternità (ritmo costante)
- Demiurgo è la causa di tutto l’ordine delle cose
- Un’altra causa è la necessità (ananche)
- L’ordine razionale è il ricettacolo e l’origine del tutto “specie invisibile ed amorfa, capace di accoglier tutto, partecipe dell’intelligibile e difficile a concepirsi”
- Impedisce all’azione del demiurgo al mondo naturale di presentarsi come intelligibili
- C’è la Chora: sede di tutto ciò che si genera, dato corporeo
Azione del demiurgo:
- Azione di intelligenza come causa principale
- Poi vi sono concause: legge di necessità e la chora
- Il bene qui è causa delle idee non è divinità (artefice delle cose naturali)
- Idee sono criteri direttivi della divinità artigiana: strutture abiologiche del demiurgo (le strutture sostanziali e ontologiche sono indipendenti)
Cosmologia del Timeo è una continuazione di quella della Repubblica:
- Critia: storia ipotetica dello stato ideale
- Successione di età degradanti (età degli dei, età degli eroi, età degli uomini)
- Il Problema politico come problema delle leggi
Arte del politico è un arte di misura: è la ricerca del giusto mezzo
- Intessere sia prudenza che coraggio
Leggi necessarie per l’impossibilità di dare ad ognuno un apparato giuridico:
- Distinzione delle buone forme di governo con le leggi (Monarchia, aristocrazia, politeia) e senza leggi (tirannide, oligarchia e democrazia)
Problema delle leggi dovute alla debolezza della natura umana in modo ordinarle anche con sanzioni penali. La legge ha una funzione educativa. Deve avere una funzione correttiva e di liberazione dall’ingiustizia.
Il fine è promuovere la virtù e la felicità, indirizzare alla virtà e rendere amanti della giustizia.
Platone afferma il fondamento della città delle leggi nella religione:
- Principio divino nel mondo che muove tutte le cose
- Aberrazione è la superstizione, le offerte
- Riconnessione alla tradizione
Percorso filosofico di Platone è irto di ripensamenti, di delusioni: non ha voglia di conoscere tappe definitive e risolutorie. È un invito a condurre la propria vita verso un esercizio di ricerca della scienza rigorosa e di unire virtù, felicità e sapere, proprio come nel dettama filosofico del proprio maestro.
- Il Filosofare
Lettera VII:
- Problema del filosofare
- Problema che la scienza è per l’uomo
- Condanna della scrittura: “Di mio almeno non c’è e non ci sarà mai uno scritto riassuntivo su questi problemi. Non possono essere ridotti a formule” “solo dopo essersi avvicinati a queesti problemi per molto tempo e dopo che si è vissuto e discusso in comune, il loro vero significato si accende all’improvviso nell’anima, come la luce nasce da una scintilla e cresce poi da sé sola”
- Problema di trovare la via della scienza
Come raggiungere la scienza? Con la parola, la definizione, l’immagine, il sapere, oggetto conoscibile. Tutto ciò risiede nell’anima: l’essere in sé è il termine ultimo verso cui la conoscenza si rapporta.
Il sapere non ha nessuna garanzia di sicurezza, non ha stabilità conoscitiva.
Dialogare dell’anima è una ricerca della parola, della definizione, dell’immagine per poi riavviare il circolo dello scandaglio. È manifestazione di phronesis e di intelligenza (valore conoscitivo si associa a quello morale). Parentela dei due concetti è rivolta verso la ricerca dell’essere e da una libera educazione.
La ricerca non può svolgersi nel chiuso dell’individualità, ma un discutere con benevolenza, un vivere insieme senza invidie, è solidarietà, abbandono di pretese di verità unilaterali, non chiude l’individuo in sé ma lo armonizza ad altri. È il prodotto di una comunità nella libera educazione. L’essere dirige gli sforzi individuali nella solidarietà degli individui.