Riassunto “La Filosofia della Storia da Herder a Hegel” di Massimo Mori

I

L’illuminismo interpreta la storia come una progressiva vittoria della ragione umana e un continuo incivilimento (Voltaire, Monesquieu, d’Alambert, Diderot, Turgot, Helvetius, D’Holbach, Raynal e Chastellux): la Rivoluzione è l’evento più maturo.

Gli illuministi considerarono la storia come uno sviluppo graduale del progresso e come suo criterio normativo di trasformazione del reale.

Il pensiero tedesco ottocentesco si legava a un’idea del progresso metafisico e come una risoluzione unitaria della realtà (sia se è immanentistica o trascendente). Quindi aveva un carattere ottimistico.

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Dipinto di Charles Gabriel Lemonnier rappresentante la lettura della tragedia di Voltaire, in quel tempo esiliato, L’orfano della Cina (1755), nel salotto di madame Geoffrin a Rue Saint-Honoré. I personaggi più noti riuniti intorno al busto di Voltaire sono Rousseau, Montesquieu, Diderot, d’Alembert, Buffon, Quesnay, Richelieu e Condillac
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Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia (1818), Amburgo, Kunsthalle. Il dipinto è considerato uno dei manifesti del romanticismo

Gli illuministi riconoscevano anche un carattere incostante della storia, invece, l’ottimismo romantico è metafisico in quanto espletamento necessario di uno scopo ultimo. Il senso storico romantico è positivo e anche i momenti di ristagno sono momenti essenziali dello sviluppo progressivo e manifestazione dell’assoluto (ad esempio il mondo medievale viene rivalorizzato e non è più considerato come oscurantista come nell’Illuminismo).

Gli illuministi consideravano il progresso come espressione della forza di razionalizzazione (avanzamenti tecnici, scientifici, politici) e il miglioramento del tenore di vita.

Nella filosofia tedesca la limpida universalità della storia è data a priori e si pone più attenzione all’ aspetto spirituale: ci sarà addirittura l’esaltazione della guerra come momento in cui i valori dello spirito si affermano nella loro purezza.

La filosofia dell’illuminismo presuppone la filosofia come impegno sociale e trasformazione della società,  invece, c’è più teoresi nel romanticismo poiché si cerca di intendere il sostrato unitario della storia e l’artefice della trasformazione è l’assoluto.

La filosofia dell’illuminismo indaga particolari epoche storiche per ricavarne un giudizio positivo del progresso, invece, il romanticismo indaga il “corso di Dio attraverso  la storia”.

La Rivoluzione, che si trasformò in un movimento espansionistico con Napoleone, tradì l’entusiasmo iniziale dei Romantici, dimostrando come falsi i principi della libertà francese: quindi ci si richiamava a un principio assoluto, necessitante e operante nella storia.

“La profondità dello spirito tedesco” come formulazione del Geist (come ipostasi metafisica) è un momento essenziale della cultura tedesca. Lo spinozismo viene ricevuto in termini panteistici. Lessing ritiene che l’educazione si avvicini alla rivelazione: la formazione educativa del singolo è simile all’ educazione offerta dalla rivelazione nel corso dell’umanità. Il processo storico secondo Lessing , quindi,  pone la coincidenza fra rivelazione e ragione, inoltre pone come principio unitario della storia una prospettiva religiosa e provvidenziale.

Kant asserisce che il filo conduttore della storia è il completo sviluppo della disposizione umana,  ossia la ragione, all’interno della specie. Il suo scopo finale è la “cultura” e i suoi momenti finali sono una costituzione statale repubblicana e la Pace Perpetua. Kant, però, non deduce l’unità della storia come ordine necessitante. La realizzazione della pace perpetua è l’imperativo etico, ed è fortemente problematica.

Herder ed Humboldt salvaguardarono l’individualità e il valore individuale delle epoche.

Herder esprime anche un’esigenza unitaria. In Auch eine Philosophie ha una visione organicistica. La correlazione fra le epoche storiche è associata all’evoluzione dell’età dell’individuo (il mondo orientale è l’infanzia, la civiltà egizia e fenicia sono la fanciullezza, la grecità è la giovinezza, il mondo romano è la virilità, la maturità è il mondo germanico), quindi è un parallelismo fra filogenesi e ontogenesi. Ogni epoca è considerata all’ interno di una totalità.

Nelle Ideen Herder abbandona tale paragone. Il filo conduttore è la progressiva affermazione dell’idea di umanità (singole età sono manifestazioni molteplici di un’unica idea).

Il piano cosmico, secondo Herder,  è diretto da una sapienza divina e le azioni degli individui rispondono a un ordine finale più ampio. L’unità dell’azione divina è legge storica e legge natura; lo sviluppo organico nelle Ideen è dato dallo sviluppo delle nazioni.

Le Ideen indaga l’origine della storia umana in base al passo della Genesi fino alla comparsa dell’uomo come “creatura centrale e  intermedia fra gli animali della terra” (come punto di convergenza finale del processo naturale per la sua andatura eretta, a cui si aggiunge il linguaggio per essere un essere sofisticato).

Herder proveniva dallo Sturm und Drang (carattarizzato da una visione di esasperato naturalismo) e si avvicina all’immagine di Goethe (l’immagine proteiforme rinvia a uno strato unitario fondamentale). Herder era influenzato dallo spinozismo e lo filtrò attraverso la lettura di Leibniz. Suo baluardo era  la difesa delle singole individualità (nazioni ed epoche) e si legava alla disputa contro il teleologismo illuministico (che nega il valore di alcune epoche rapportandolo al progresso presente). Il teleologismo di Herder salvaguardava il valore delle singole fasi storiche (dotate di un valore autonomo, sono determinazioni qualitative diverse).

In Auch ene Philosophie ciascuna epoca è per certi versi superiore o inferiore. Nelle Ideen la totalità si rapporta all’ individualità secondo il rapporto di umanità-nazione. L’Humanitatsideal è un progressivo arricchimento, manifestandosi nella pluralità degli “spiriti dei popoli” (Volkesgeister) e ognuna ha il suo carattere specifico.

C’è in Humboldt, come in Herder, la difesa della componente individuale. Herder aveva un’esperienza umanistica, Humbold aveva interessi politici e antropologici. Il compito politico è pratico ed è di influenzare con le proprie idee una possibile trasformazione. Lo stato deve difendere lo sviluppo dell’individualità, quindi garantire la libertà lo scopo dello Stato.

Humboldt faceva anche uso anche dell’antropologia per mettere in luce le differenze fra i singoli individui, pertanto si può dire che i punti focali della filosofia di Humboldt sono:

  • Frattura fra razionalità e realtà
  • Valore dell’individualità nel processo storico

La frattura fra razionalità e realtà critica il teleologismo storico illuministico, poiché vi possono essere momenti storici di sviluppo determinabili e altri non definibili; in Humboldt ritorna pertanto la presenza dell’individuale nella storia. La storia ha varie direzioni e sono diversamente orientate. Non c’è unità provvidenziale. L’ordine è dato dalla somma delle individualità storiche. Humboldt non usa però tale principio come interpretativo, l’unità interpretativa è oscuramente presagibile a differenza di Herder.

In Uber di Aufgabe des Geschichteschreibers (Sul Compito di uno storico) Humboldt esprime  l’idea di unità si dà negli avvenimenti stessi. Le idee sono forze, che nella realtà sono tendenze storiche e acquisiscono vigore nel tempo. Le idee si manifestano nell’ individualità come le nazioni o le lingue.

Il mondo della storia per Humboldt è un intreccio delle idee, ossia è la realizzazione di un’unica idea (Humanitatsidee) che comprende tutte le idee. Humanitatisdee è la chiave della storia. Per Herder la storia è concrescenza organica, invece, per Humboldt la storia è la giustapposizione ideale delle individualità.

Il nucleo comune della filosofia della storia romantica è insomma l’esistenza di un’unità originaria (unità fondamentale del reale), il dispiegarsi di tale unità nel mondo storico, il concretizzarsi nella sfera del sensibile di tale realtà sensibile.

Emergeva pertanto l’esigenza di individuare un concetto unificatore spiegante la comprensione globale della storia ed è rivelato dai fatti stessi. La storia è l’unione di Allgemeine e Besondere, è complementarità metafisica dell’universale e del particolare, dell’ideale e del reale. Quindi il principio unificatore si esplica nella molteplicità.

La storia è anche è Versohnung (riconciliazione) artistica: cogliere l’universale attraverso l’entusiasmo poetico. Quindi si tratta di unione di particolare e universale. L’arte e la poesia sono momenti noetici, ove la figura dello storico è paragonata a quella del poeta. Questa interpretazione è tipica della visione di Schiller (poesia come unione naturale e di ragione). La visione di Schiller è ripresa da Schelling (giusto metodo fra l’empirico e il religioso), ma anche da Humboldt (lo storico deve avere la sensibilità artistica per cogliere i fatti).

Per Schiller la storia è il principio unificatore (c’è corrispondenza fra poesia e arte e storia).

Per Novalis la storia è unità politica cristiana.

Per Arndt la storia è lo spirito universale germanico.

Per Schlegel e Gorres la storia è spirito religioso (Schlegel propone un recupero dell’immagine divina).

Per Savigny la storia è spirito del diritto

Per Muller la storia è la storia dell’economia

Per Hulfen la storia è l’autocoscienza che realizza se stessa

Vi è in tutti una comune fede in un soggetto assoluto nella storia.

In Schelling la storia ha un carattere fortemente romantico. L’assoluto è colto da un’intuizione artistica o sentimentale nel romanticismo e l’assoluto della filosofia dal concetto. Ma qui c’è confluenza gnoseologica idealista di ripresa della natura, della religiosità e del privilegio dell’intuizione artistica. Schelling ribalta l’idealismo soggettivo di Fichte (idealismo trascendentale in cui la molteplicità dell’assoluto è un Io come unione di soggetto e oggetto) dal punto di vista della natura. L’assoluto Io per Schelling viene limitato dalle altre intelligenze ed è unione del mondo soggettivo e di quello oggettivo. Quindi c’è una seconda natura che regola le libere azioni degli uomini, ove si deve conciliare il diritto con moralità, necessità con libertà. La storia quindi diviene lo sviluppo della vicenda giuridica. La sintesi fra soggettività e oggettività esce da un’identità assoluta che non esclude la duplicità. La memoria dell’assoluto può riconoscere nella storia l’accordo della libertà umana nel dramma ideale (il poeta come attore storico è un tutt’uno con gli altri attori). La storia diviene l’affermazione dell’immanenza dell’assoluto ed è oggetto di fede.

La prospettiva storica di Schelling è religiosa, la storia è la rivelazione progressiva di Dio:

  • Impenetrabilità del disegno divino
  • La natura è la prima manifestazione della legge necessitante
  • Provvidenza rende trasparente il divino nell’uomo

La storia in Schelling ha dei temi kantiani: lo sviluppo della costituzione giuridica universale, la specie è protagonista della storia. La libertà è la componente soggettiva della storia, che è risolta in Dio. Schelling riprende Lessing e anche lo spinozismo, riguardo a un procedimento rivelativo, però soltanto lo storico per Schelling è capace di intuizione estetica.

Fichte e Hegel hanno in comune con i Romantici la visione della storia come sede dell’assoluto ma la storia può essere conosciuta dall’uomo grazie alla sola speculazione razionale.

La divergenza fra i due è palese. Fichte non propone una collocazione organica (è tutto ridotto all’Io). Le difficoltà concettuali di Fichte sono superate da Hegel.

La categoria della totalità è il presupposto per la comprensione di Fichte. La totalità è “la vita umana sopra la terra”. Nella “dottrina della scienza” Fichte afferma che la totalità è quella dell’Io infinito. Il mondo è sapere, ed è sapere di Dio: la storia è sviluppo dell’idea divina e di Dio. Il concetto che Fichte ci fa intravedere la totalità è il passaggio dalla ferinità alla ragione.

Ci sono 5 epoche per Fichte:

innocenza e instinto (1),

lo stato di peccato (autorità esterna) (2),

lo stato di peccaminosità completo (rifiuto autorità esterna) (3),

lo stato della giustificazione (4),

santificazione (arte della ragione) (5).

Per Hegel la storia è manifestazione dello spirito assoluto che si realizza progressivamente e ha la libertà come sua essenza.

Nei “Lineamenti della Filosofia del Diritto” la “storia universale è il momento supremo dello spirito oggettivo (compimento dell’eticità nello spirito del popolo.

Nelle “Lezioni sulla filosofia della storia” lo spirito si realizza nella realtà temporale. I momenti sono i  singoli popoli in cui si incarna lo spirito del mondo, in ciascuna epoca il Weltgeist si esprime compiutamente in ogni epoca (in ogni Volksgeist acquista un diritto assoluto su altri popoli). Per Herder il Volksgeist era depositario di valori eterni sia passati che futuri, in Hegel è una manifestazione che viene dialetticamente assorbita da quelle future.

4 Epoche sono le epoche storiche per Hegel ed indicano la direzione da oriente a occidente. La prima è quella orientale, la seconda è greca (singolo partecipa alla vita pubblica), la terza è il mondo romano (universalità dello stato), il mondo germanico (spostamento dal mediterraneo al continente)

Fichte e Hegel asseriscono la necessità del processo storico.

C’è una “deduzione” della storia da un unico principio per Fichte (“ciò che esiste esiste per assoluta necessità”): l’accidentale è l’elemento ancora incompreso che si oppone all’autocomprensione dell’Io (svolge la funzione del Non-IO e deve venire continuamente compreso e non eliminato).

Hegel afferma il carattere necessario della storia (la razionalità): il corso storico è espressione della razionalità, in quanto una ragione assoluta che elimina l’accidentale (“il razionale è ciò che è in sé e per sé” (riprende elementi già espressi da Hoffmann).

Per Fichte lo sviluppo storico è dato a priori: prende dei dati empirici per dedurre poi il corso della storia. La storia deve fare appello alla filosofia

Hegel distingue 3 tipi di storia: “originaria” (narrazione dagli attori storici), “riflettente” (totalità della storia), “filosofica (comprensione dell’universalità e ragione immanente)

Hegel e Fichte esprimono la negazione dell’individualità nei confronti dell’universale.

Fichte asserisce : “il progresso della vita della specie in nessun modo quella degli individui”

Hegel riconosce “individui conservatori” (consolidamento dello spirito) e “individui cosmico-storico-universali” (promuovono la realizzazione dello spirito): ma sono tutti sottoposti all’ “astuzia della ragione” che vede il dominio dei secondi.

Herder rifiuta l’identificazione del progresso come acquisizione di diritto. Humboldt solo alla fine lo riconosce. Schelling riconosce l’importanza dello Stato.

Si evidenzia però più l’importanza dello Stato in Fichte, il quale delinea un secondo schema diviso in 3 fasi come la realizzazione della costituzione statale perfetta (qui tutti i fini individuali sono rimandati alla totalità, che rappresenta tutta la specie, e manifesta l’idea dell’incondizionato, cioè di Dio).

In Hegel lo stato è il “materiale” della realizzazione dello spirito del mondo e gli individui sono i mezzi. La storicità c’è solo se c’è costituzione statale.

Sia Fichte che Hegel hanno una visione europacentrica, per avanzamento sociale, civile, culturale. Insomma presentano una visione di  una supremazia germanica.

I Discorsi alla nazione Tedesca di Fichte sono un’affermazione della superiorità tedesca (per un rinnovamento educativo e per ridestare la spiritualità del popolo tedesco durante il conflitto napoleonico).

Herder

Ebbe un’educazione a carattere umanistico.

Ebbe come maestri Kant e Hamman: dal primo ricavò l’interesse all’antropologia, l’astronomia e la cosmologia; dal secondo il tema immaginifico, la poesia, la lingua.

Nel 1764 ebbe un’ interesse per la lingua come manifestazione della spontaneità (lo scopo è di incoraggiare le molteplicità delle lingue) ove esprime un privilegio del tedesco.

Sui “Frammenti della nuova letteratura tedesca”: richiama il tema della diversità linguistica delle diverse nazioni e anticipa il tema dell’individualità (analogia fra la vita dell’uomo e lo sviluppo della lingua).

Herder elabora un concetto di Bildung legato a caratteri specifici dell’individualità dei popoli.

Nel1771 pubblica Sull’origine del linguaggio. Il linguaggio è un fenomeno spontaneo della “riflessione” umana e ha un’origine naturale.

Nel 1759 pubblica il Diario del mio viaggio in un anno ribadendo i caratteri specifici dei gruppi nazionali.

Guardava ad Ossian come il poema nazionale di un popolo libero e salevaggio

Auch eine Philosophie: la storia del genere umano procede dai popoli orientali fino all’ impero romano (ci sono ragguagli metodologici riguardo alla possibilità di intendere le singole nazioni in modo autonomo) e rivaluta nella seconda parte il ruolo del medioevo (forte evidezia della religiosità) e della Riforma (sviluppo storico globale di una provvidenza). La terza parte rimarca un piano cosmico provvidenzialistico.

Idee zur Philosophie der Geschichte der Menschheit: c’è una disposizione organica della ragione dell’uomo come l’arte, il linguaggio, la libertà, l’arte, la poesia; i popoli si conformano organicamente; la storia greca è il modello principale.

Herder ha una visione cosmopolita.

“La vita dell’uomo come modello dello sviluppo storico” (1):

L’Oriente è contraddistinto da una rapida e sciolta fantasia e dalla forma della semplicità. L’Egitto è la sua adolescenza (il caso di più perfetta agricoltura e apprendimento dell’ordine e di costumi civili nei tempi antichi). C’è pertanto analogia fra lo sviluppo delle forme storiche come avviene nella storia di un individuo con il caso dell’Egitto dove è presente più responsabilità di lavoro e di oneri. I fenici introdussero l’economia e la libertà repubblicana. Il greco è “fiorente di bellezza” (libertà, amore, piacere e gioia), fiorì della bellezza verginale (simbolo di arte bella e sviluppo civile e lo Stato si unisce alla libertà). La Grecia è “la culla dell’umanità, dell’amore dei popoli, della bella legislazione”. Segue l’età virile romana (Roma deve governare i popoli: è sensibile e orgogliosa) dove si opera per la patria (si fonda sulla giustizia, sulla prudenza), quindi  è l’uomo nella sua pienezza.

L’incomparabilità delle epoche e l’unità della storia (2)

Il processo storico non è un susseguirsi come le onde del mare o una scelta delle epoche migliori. La sua educazione è progressiva e si dà su un piano individuale. Non c’è un’unica felicità ma determinate epoche e ogni popolo raggiunge un simile evento storico, ogni confronto non sussiste. Il bene si suddivise in tante forme.

Herder si differenzia dal progressivo miglioramento del mondo in termini illuministici. Il progresso storico è simile al processo naturale intriso della provvidenza divina: la “storia come teatro di una finalità e guida di tutte le cose” è “teatro di Dio”

La Centralità dell’uomo al’interno della creazione (3)

Le classi delle creatura si ampliano quando sono lontane dall’ uomo quando sono vicine diventano sempre minori. Tutte le creatura vicine all’ uomo hanno una somiglianza con l’uomo. Un esemplare spiega l’altro.

L’uomo è una creatura raffinata e centrale nella catena degli animali di tutte le specie animali

L’andatura eretta come carattere distintivo dell’uomo e le sue conseguenze

L’uomo è eretto ed è l’unico in questo nel mondo animale. Il capo è corona dell’edificio del corpo permettendo all’uomo di sollevare il suo sguardo ad ampio raggio. L’andatura eretta dell’uomo è il tratto distintivo dell’uomo. L’uomo ha un campo più vasto per la sua struttura eretta, l’uomo diviene arte vivente. Il dono divino però è il linguaggio, costituente il pensiero creativo. L’uomo è stato costruito dalla natura in vista del linguaggio e per questo è eretto. L’uomo è il primo essere della creazione ad essere libero. L’uomo è l’immagine del Creatore.

La storia naturale come serie ascendente di forze di forme organiche

La forma dell’organizzazione naturale si eleva nell’ uomo. Si ha una somiglianza rispetto al prototipo dominante. L’uomo si contraddistingue per la sua capacità razionale, per la libertà e l’umanità. Più una creatura è evoluta più ha strutture presenti di altri regni inferiori (stimoli, sensazioni sono unite organicamente). Questo è dettato dall’ ordine del regno di forze invisibili come rapporto di connessione e di graduale passaggio di forze immanenti, nella natura si presenta il creatore in forma immanente. Quello che vive opera come eternamente nell’ eterna connessione di Dio.

Herder asserisce che vi è progresso: la forza viva opera ella natura (opera come organo divino nel disegno di creazione). Inoltre asserisce una scala dell’essere.

L’uomo è un anello intermedio di due mondi. Ha in sé il seme dell’immortalità e il suo nobile privilegio dovrebbe essere la chiave della sua meravigliosa comparsa sulla terra. L’uomo è contraddistinto da una dualità del suo essere: una lo spinge verso il basso, l’altra verso l’alto.

La storia umana come tradizione operante per mezzo di forze organiche

La storia è un esercizio di perfettibilità e catena della socievolezza. La tradizione permette l’educazione tramite una ricezione organica e un’attività comunicativa organica.

Il carattere fiducioso del progresso è dato dal tratto divino di cui è fatta la natura e che il divino manifesta imperscrutabilmente. “Onnisciente è l’infinito che tutto riempie”, per l’umanità determina solo la felicità. Noi siamo imperfetti, e il cammino dell’uomo è come un labirinto aperto a varie vie. Solo incorporati alla voce di  Dio possiamo sopravvivere. “Il mondo è una palestra per esercitarsi”: vuole significare il cammino progressivo dell’uomo dettato dalla coscienza della Provvidenza divina.

I Greci come modello di sviluppo storico

La Cultura greca ha sviluppato se stessa grazie a condizioni favorevoli. La scienza della storia riguarda ciò che è, dove agiscono forze viventi, che si connettono fra loro. La fioritura di un popolo è la civiltà di un popolo, manifestatasi anche in casi di fuggevolezza ma soprattutto di bellezza. Ogni pianta sfiorita disperde i suoi semi intorno. La durata di un popolo è dovuta al saggio equilibrio delle forze viventi.

La storia umana come progresso verso un ordine superiore

Anche le forze distruttrici sono utili al tutto. Si presenta così la visione di un tutto armonico. Sono presenti in natura meno distruttori che conservatori, pertanto la civilizzazione indebolisce le passioni selvagge e ciò è dovuto a leggi interne e soprattutto naturali ma anche da fenomeni antropologici come il diritto. Quindi si predilige l’associazione piuttosto che la distruzione all’interno del processo storico. Lo sviluppo delle tecniche rende innocuo ciò che la natura non può eliminare grazie anche alle passioni umane.

L’umanità come scopo e destino dell’uomo

Lo scopo dell’esistenza è la formazione dell’umanità (sviluppo della ragione, dei sensi, della libertà, della bellezza, dell’amore).

La terra è un campo di esercitazione e un luogo di preparazione in un altro mondo. La fioritura della nostra gemma di umanità è la vera figura umana divina.

L’umanità progredisce dispiegando le qualità donate dalla divinità. L’intera storia umana si pone come una scuola di emulazione per conquistare la più bella corona dell’umanità.

Storia e Provvidenza

Nel destino dell’uomo domina una saggia bontà, c’è dignità religiosa operante nel suo stesso disegno. La storia dell’uomo si sviluppa nella natura come quella del verme e si intreccia nella storia, quindi Dio va cercato nella natura. Nella natura c’è una bontà sapiente, un’elevata bellezza e una necessità interna. Il maximum della natura è l’intelletto dell’uomo e in base alle connessioni naturali reca l’impronta della sua destinazione e l’intero corso del suo destino. Grazie all’ intelletto l’uomo coglie l’ordine divino nella natura e la sua legge intima (la conoscenza dell’esistenza di Dio). La ragione evidenzia le leggi di un ordinamento universale naturale. Molta rilevanza viene concessa al destino dei singoli  membri. La Provvidenza punisce il male e l’iniquità dei popoli. Chi domina è solo un amministratore delle leggi naturali. Il male viene stemperato e si assoggetta all’ordine felice del regno di Dio. Herder traccia anche degli ideali cosmopoliti. All’ interno della natura e della storia il piano della natura è dato da un equilibrio di forze contrastanti condotte da una potenza interna, permettendo di identificare un ordine divino armonico.

Humboldt

Si occupò di attività speculativa, politica, estetica, storiografia e linguistica. Assunse un atteggiamento distaccato dalla rivoluzione francese. È promotore della difesa dell’individualismo. L’arte è considerata come l’idealizzazione della natura attraverso l’immaginazione (è un’attività creatrice come liberazione dal condizionamento spazio-temporale e si svincola dai limiti della natura umana, è una restituzione della libertà). Fu al servizio dello Stato prussiano ed subì l’influenza di Winckelmann diffondendo il mondo greco nel mondo universitario. Promosse anche lo studio comparato delle lingue e si ricondusse all’analisi di Herder. La lingua è un tutto oranico, è un processo genetico che parte dal soggettivo per giungere all’oggettivo e ritorna al soggetto (è sintesi anche di spirito e materia). La lingua è creativa e suoi soggetti sono le individualità nazionali e agiscono per mezzo di individui. Gli scritti della filosofia della storia si uniscono alla visione dell’individualità linguistica, alla visione estetica: viene ripreso il concetto di individualità qui nazionale.

La critica delle interpretazioni teleologiche della storia

L’unico punto di vista storico soppianta il senso storico è un forzare gli avvenimenti e ometterne alcuni ed è imperniato troppo sul perfezionamento individuale o sociale. Humboldt però riconosce una connessione fra gli avvenimenti, essendo troppo “manifesta” e quindi è oscuro il senso di una grande potenza che guida gli eventi, è da ricercare. L’indagine delle idee permette la connessione fra gli eventi a partire dall’individualità. Il genere umano è una pianta naturale e l’individualità storiche si avvicinano all’ idea della lingua e della libertà. Quindi come lo studio di un albero parte da una foglia così deve procedere l’analisi storica. La fertilità della natura è associata alla fertilità delle epoche storiche che non procedono verso un teleologico sviluppo umano, quindi con nuovi tentativi la natura genera forza. La storia universale si riconduce a uno sviluppo per gradi ma anche per rivoluzioni di individualità. La storia universale ci permette di cogliere la pienezza e la molteplicità dell’umanità. Quindi si deve cogliere le varie trasformazioni nella storia universale. È la forza delle idee il filo conduttore della storia: bisogna renderle fertili e vive spiritualmente, vivificarle con sentimento. L’uomo è fatto di spirito e idea ma il corso della storia universale può anche inghiottire la nobiltà delle idee e ritornare alla barbarie, ma la rivoluzione libera queste nuove forme, e si concretizza in una nazione nella sua lingua (forma spirituale) e sprigiona fantasia e sentimento.

Humboldt è contrario a una visione teleologica di incivilimento o un perfezionamento progressivo legato alla ragione in una visione generale e non individuale. Humboldt promuove le singole nazioni e i singoli uomini per una lettura della storia universale e alle loro azioni e ai modi di influenzare e come si rapportano al concetto di umanità in generale; inoltre Humboldt vuole indagare i fenomeni della rivoluzione. Si analizza così la molteplicità delle forme umane: la storia è come un “gomitolo” (formato da fili tagliati corti che però si intrecciano al tutto).

È un’indagine della “fisica della storia”, cioè l’indagine delle cause motrici della storia (liberazione delle idee) ma al contempo è anche studio delle cause finali. La concezione di Provvidenza sbarra alla comprensione storica.

Le forze motrici della storia

Sono le forze della generazione, dell’educazione e dell’inerzia.

Con la generazione sorgono nuove nazioni e individui o trasformazioni (rivoluzioni naturali, rivoluzioni storiche): a volte si presentano spontaneamente come a Roma e in Grecia. L’educazione è a cui tendono le varie nazioni e riguarda la religione, la costituzione politica, la vita pubblica, l’arte, la filosofia e le scienze. La forza dell’inerzia si rivela come la passione, l’abitudine dei popoli. Da queste forze scaturiscono i destini del genere umano.

Le cause degli avvenimenti sono: la natura delle cose, la libertà dell’uomo e la fatalità del caso. La natura delle cose è sempre la stessa e ha un andamento uniforme, però nel suo corso agisce la lingua come elemento materiale e ogni lingua è unica ma è compito dello storico produrre una storia comparata delle diverse dissezioni della storia universale. Però dove la connessione tocca il campo della libertà cessa un possibile calcolo, poiché è unita alla creatività del carattere umano, sorgente spontaneamente e si appropinqua alle idee. Non ha una spiegazione meccanica. La passionalità e la genialità incidono sulla realtà: la passionalità ricerca l’infinito in altrettanto infinita tensione. Il fondamento geniale e passionale dell’individualità è imperscrutabile e autonomo, la sua azione è diversificata come dimostra la storia delle nazioni. La libertà si manifesta più nel singolo la necessità naturale più sul genere. L’individualità è una massa materiale dominante come idea, ed essa è la configurazione sensibile di ciò intesa come simbolo.

La dottrina delle idee

Vi è un principio di impulso e direzione delle forze creatrici: è l’idea e governano la storia universale. Lo storico riconosce la figura degli avvenimenti e viene rinviato al campo delle idee. L’idea è una tendenza visibile e irresistibile e poi si intende come produzione di idee e non è deducibile dalle circostanze concomitanti (ad esempio l’arte egizia, la poesia e l’arte greca). L’elemento prodigioso è cogliere il momento primordiale e lo scaturire della prima scintilla: è una forza spirituale ed individuale e ha un natura autonoma. L’idea è parte di un infinito come produzione reale e come produzione di nuovi fenomeni probabili. La creazione spirituale ha del prodigioso e l’esistenza delle idee rinvia a una segreta connessione fra di loro. Ogni individualità umana è un’idea radicata nel fenomeno e nel dato esperibili e si estrinsecano in un uomo: il suo obiettivo è di estrinsecarsi esteriormente (ciò avviene anche nella storia delle nazioni). L’individualità è un principio spirituale che corre fra le nazioni in modo spontaneo. Ciò si riflette nella lingua poiché è intesa come produzione e comunicazione delle idee (connessione interna fra le idee). Le eterne idee originarie procurano a se stesse validità completa. La storia è realizzazione delle idee e nell’idea è insita la forza, la meta. Il fine della storia è la compenetrazione fra le idee e l’umanità in cui riescono a connettersi.

Il compito dello storico

Compito dello storico è di esporre ciò che è accaduto, ma l’accaduto è parziale deve integrarsi a una congettura sentimentale. Lo storico deve ricercare la parte invisibile di ogni fatto. Lo storico opera come un poeta poiché elabora la totalità degli eventi creativamente e con forza personale attraverso la fantasia (talento di connettere le cose). Se sveliamo la totalità giungiamo alla comprensione di ciò che è necessario nel reale. La traccia della pura indagine del reale storico sono le idee, come leggi della necessità. Speculazione, esperienza e poesia si irradiano nell’attività storica. La storia è un arte libera, la storia tende a fornire una quadro di pienezza e chiarezza con arditezza sentimentale (sua meta). Il compito delle idee è vivificare le azioni degli uomini nell’ambito delle idee. La storia deve volgersi verso le forze agenti e creatrici come desumere tale forma creatrice dagli avvenimenti ma muove anche dalla soggettività. Lo studio della natura si avvicina a quello dello storico nelle indagine delle idee come connessioni degli avvenimenti, esponendone la tendenza e conferendole esistenza.

Lo storico si rivolge non solo all’accadimento ma anche a ciò che non è percepibile e il dominio è dato dall’idea, verso cui deve muovere l’indagine del singolo e deve avere una forte ricettività di tale idea. Lo storico deve essere delicato non artificioso

I Romantici

Ast è conosciuto per la sua attività di filologo. L’essere è sotto tre aspetti: 1) idealità (assoluto unitario e oggetto della filosofia); 2) realtà (flusso empirico e particolare e oggetto della storia); 3) realtà e idealità insieme (armonia di finito e infinito è colto dall’arte).  La storia è momento mediano fra arte e filosofia (usa strumenti razionali ma anche di entusiasmo totalizzante).

Friedrich Schiller è promotore di un legame fra arte e storia: il carattere della sua filosofia è unità fra realtà e sapere e anche la storia deve ambire a ciò. Nella distinzione far poesia ingenua e sentimentale si stabilisce il rapporto fra spirito poetico e storia (rapporto fra particolare e universalità): è presupposta l’unità dell’uomo con se stesso e con la natura circostante. L’unità originaria è spontanea e la cultura come fine morale è una nuova sintesi di senso e ragione (chiara ascendenza kantiana). Poesia indirizza l’uomo verso il vero fine, la poesia ingenua è imitazione della natura e quella sentimentale deve guidare l’uomo a riacquisire ciò che aveva perduto.

Novalis dichiara onnipotente l’Io come continua negazione dell’alterità, la sola categoria spiegante il reale è l’unità di particolare e universale “questo colorito individuale dell’universale è il suo elemento romanticizzante”: l’unità della storia con l’unità dell’essere quindi con Dio. L’ideale politico è la monarchia ma è anche repubblicanesimo “partecipazione universale alla vita dello stato”. La coppia regale rimanda dall’universalità all’individualità dei sudditi: “Stato è un individuo mistico”. La Cristianità medievale è il suo corrispettivo storico: idealizzazione romantica di un’unità dell’Europa sotto un unico capo spirituale (il marasma è la Rivoluzione francese). La storia ha un carattere soterico e messianico: la restaurazione di unico stato rappresenta l’universalità nella particolarità degli individui.

Fratelli Schlegel: August nega la cronica dei fatti e afferma la ricerca di un’unità nel processo storico. Friedrich è portavoce della Restaurazione, l’unità originaria è la consonanza dello spirito come immagine della trinità: la storia deve volgersi a questa restaurazione (l’età della parola, l’età della forza, l’età della diffusione della scienza) e riproduce la Trinità divina. All’interno della storia opera il male, il libero arbitrio e la Provvidenza. La Rivoluzione è momento di involuzione.

Savigny: genesi degli ordinamenti giuridici, la legge è creazione spontanea popolare. Egli ostacolò il diritto napoleonico. Ogni uomo è membro di una totalità di individui e ogni tempo è la prosecuzione del passato.

Ast: filosofia, storia, arte

L’idealità è filosofia, lo studio dell’empirico è storia, l’armonia di idealità ed empiricità è arte. Il reale è un estrinsecazione dell’idealità, l’idealità è perfezione infinità del reale. Filosofia è realizzata dalla storia e la storia idealizzata dalla filosofia. La filosofia trasforma l’idealità in essenza concettualizzata. La storia ha scopi infiniti che risiedono nella sua essenza. La vita storica è armonica e si dispiega in infinite particolarità ma la manifesta in modo particolare. Compito dello storico è di dar risalto a ciascuno membro per un’armonia totale e qui la comprensione del tutto è armonica, artistica, poetica ma anche critico e razionale. L’armonia richiama alla totalità, la particolarità è data dal dispiegamento, quindi unione nella storia di critica ed entusiasmo (comprensione entusiastica nell’armonia universale e studio razionale e critico delle manifestazioni individuali).

Schiller: storia e filosofia

La storia universale è filtrata dalla comprensione filosofica che rende armonico e universale ma al contempo particolare la comprensione storica. In lui sorge l’impulso alla concordanza fra razionale ed empirico nello stesso pensiero in un rapporto di causa e di effetto: pone un fine razionale al procedere della storia e un principio teleologico, e la sua vista è sprone vivificante verso un incontro dello spirito supremo nella sua più alta manifestazione. La storia rimane ininterrotta. Nello storico si congiungono mente acuta e cuore sensibile e la sua attività è rivolta alla generazione futura e in noi arde il desiderio di aggiungere un contributo al retaggio della verità.

Schiller: storia e poesia

I poeti sono i custodi della natura, ma anche testimoni e vendicatori della natura. È dovuto a due modi di poetare diversi ingenui o sentimentali.

La facoltà poetica spinge incessante mente allo spirito poetico e non allontanarsi dalla natura. Ciò che rende lo spirito poetico potente è la natura. Quando è vicino alla natura ha unità sensibile intera e armonica, i suoi pensieri provengono dalla realtà. Invece nel mondo della cultura l’armonia sensibile cessa, qui l’armonia fra il suo sentimento e il suo pensiero è ideale, quindi sentimentale. Ora si applica alla poesia (che dona all’umanità la sua più perfetta espressione possibile). Nello stato di natura dove tutto è armonico, la poesia è imitazione del reale invece nello stato di cultura la poesia è elevazione della realtà all’ideale ed è rappresentazione dell’ideale. I poeti antichi ci commuovono per mezzo della natura, quelli moderni per mezzo di idee. L’umanità deve inseguire il corso della poesia naturale ed ingenua: la meta della cultura è da preferirsi a quella della natura poiché un raggiungimento assoluto della grandezza infinita e avviene per gradi e progresso (sta in svantaggio verso chi aderisce alla natura).

Novalis: La Cristianità come ideale storico

L’Europa quando era cristiane in epoca medievale era felice, dove viveva un impero spirituale. Novalis esalta la monarchia dove ogni membro veniva tributato di onori e c’erano uomini prodigiosi, arditi; inoltre ogni legame era infantile ed ingenuo. Era un magnifico regno ma oppresso dal mondo degli affari, da visioni egoistiche, da guerre. Forte danno al senso dell’invisibile: rimane solo la contemplazione di un mondo interno (cade il bel fiore della giovinezza, della fede e dell’amore: quello dell’era medievale e Cristiana). La vera rinascita può avvenire nell’unità della Cristianità non come la Riforma che creò degli scismi interni.

L’anarchia di valori conduce nuovamente a rigenerare la religione, quindi comincerà a pulsare un nuovo senso di religiosità, il Tedesco educa se stesso verso una diligenza superiore: storia di una nova chiesa e di un nuovo messia. Saremmo membri di u’unica comunità eterna di un Cristianesimo applicato. La forma contingente del papato e i suoi orrori sono cancellati. Cristianesimo si riattiva in una nuova chiesa visibile

Novalis: storia, storiografia e poesia

Il futuro è comprensibile solo a partire dal passato. Lo storico deve avere una visione profetica e deve essere elaboratore idealistico della storia.

Non si vive nel presente ma solo nel passato e futuro. La storia si genera da sé. Il passato è vecchiaia, la giovinezza è il futuro.

La storia musicale è filosofia, la storia plastica è la cronaca: il filosofo è come Orfeo. Lo storico lavora ai dati della storia a cui dà forma.

Lo storico deve essere poeta come contemplazione dell’anima nella sua grandezza e nella sua semplicità

August Wilhelm Schlegel: la considerazione storica

Tutto ciò che è reale è veramente necessario. Critica il metodo dei cronisti. Lo spirito umano considera con riflessione un fatto e lo comprende nel suo processo genetico e ne ricava la connessione degli avvenimenti. Indagine di cause ed effetti. La storia deve registrare ciò che è degno di nota ma cosa? È lo sforzo di avvicinamento all’Individuo eterno. Ogni storia è una storia dell’educazione dell’umanità quindi è progresso del genere umano verso il moralmente buono e bello. Nelle singole parti domina l’empiria nel tutto la relazione all’idea.

Friedrich Schlegel: le due regole della filosofia della storia

La storia riposa soltanto sulla realtà e scaturire dagli avvenimenti storici reali, cioè dal loro complesso e nesso essenziale: si introduce una condizione essenziale, il suo chiaro ordine come strumento di lettura e comprensione storica (significato preciso e chiara spiegazione). Lo scopo è di ricondurre la totalità a un tutto nella misura in cui si lascia afferrare: ricondurre le parti ad un unico contenuto intrinseco e suo vero valore. La sua prima regola è di ricondurre tutto a una totalità le varie forme della molteplicità. La seconda riguarda l’oggetto della storia.

Friedrich Schlegel: i due tipi di considerazione storica

Ci sono due modi di valutare la storia. 1) l’uomo è un animale nobilitato come cammino di progresso e di perfezionamento. È il punto di vista liberale ed è sostenuto da Condorcet. L’idea di perfettibilità è connessa alla ragione. Però qui non è individuato un’origine della storia. A volte però si presenta con il corso circolare della natura. Oppure a volte ha un movimento retrogrado. Però sono tutte forzature storiche. 2) riguarda l’essenza dell’uomo e della sua immagine divina da cui scaturiscono un fondamento e una visione della storia del mondo diversa da quella del progresso. La storia è restaurazione dell’immagine divina. Questo è il modo legittimo di fare storia in base ad una visione religiosa della storia universale. La storia ha come presupposto la divinità e la missione divina dell’uomo e accorda all’uomo il suo pieno diritto di superiorità sulla Terra. L’immagine di Dio è la direzione ideale degli sforzi umani: è presente nella coscienza interna dell’uomo. La vita dell’uomo si divide in spirito, anima e senso interno: così è presente nel mutevole una meravigliosa analogia con il debole e una stretta relazione con la triplice forza divina. La storia dell’uomo è ristabilimento dell’immagine divina. La prima fase va dalla parola alla verità eterne e permette di rivelare al tradizione sacra e la divina relazione di tutti i popoli. La seconda fase rischiara questa forza e la forza superiore e divina o se ha avuto effetti nefasti. La terza e ultima fase è la luce superiore della verità pura. Il triplice principio divino e la fondamentale articolazione interna della filosofia della storia sarebbe Parola, Forza e Luce.

Il processo è così: rivelazione originaria, diffusione del Cristianesimo e prevalenza dell’odierno incivilimento spirituale dell’Europa. Questi tre principi regolano il processo graduale dello sviluppo dell’umanità.

Friedrich Schlegel: libero arbitrio, presenza del male e provvidenza nella storia

L’ambito naturale dell’uomo si dà nella libertà dell’uomo e del suo volere come scelta fra l’impulso divino della bontà e il principio del male: quindi le disposizioni naturali dell’uomo verso il progresso sono solo virtuali. Quindi quando il dispiegamento del volere umano rivolto al divino si è oscurato vi sono età di malattia e di regressione. Oltre al libero arbitrio vi è la mano della provvidenza a governare le finalità della storia, come forza salvifica di Dio operante nella storia e che vive nei fatti e restituente all’uomo la libertà perduta. Il libero arbitrio si rivolge o all’una o all’altra. È essenziale conoscere il cammino di Dio nei secoli come marchio e impronta della storia. Le tracce visibili delle tre potenze sono riscontrabili nella storia come fatti storici.

Saviny: la storia come sviluppo di una totalità unitaria

Ci sono due linee di pensiero nella classe dei giuristi:

  • La scuola storica
  • La scuola non storica

Il passato in che rapporto è con il presente? E Il divenire? La scuola storica insegna che ogni età sviluppa da sé e la storia sarebbe una raccolta di esempi tratti dal campo politico e morale. 2) Afferma che le individualità sono comprese sotto una totalità: quindi è il portato della natura superiore del popolo e del suo sviluppo. Chi afferma questo secondo principio in sostanza afferma l’annullamento dell’arbitrio particolare: è un servo che si vanta di essere libero.

Fichte

All’inizio ha interesse per Lessing e per Rousseau: poi prese a studiare Kant, conobbe personalmente Kant: consegnò un suo scritto giovanile (dove c’è un concetto astratto di moralità su un esperibile religiosità). Prese in seguito la cattedra di Jena e fu un periodo florido. Io è il principio unificatore ed elaborò la “dottrina della scienza “ fichtiana (c’è la missione del dotto, guida della società). Fichte fu coinvolto nell’ Atheismusstreit e ne esce sconfitto, rompe con l’ambiente di Jena e con Schelling. Il periodo finale è molto religioso e politico. I discorsi alla nazione tedesca gli concedono una seconda notorietà e svilupperà ideali nazionalistici.

L’unità a priori della storia

Fichte è alla ricerca di un unico principio che risolva la molteplicità e pone per la filosofia il metodo dell’apriorismo per determinarel’oggetto della storia. Le singole epoche sono il concetto fondamentale interpretato in base a un principio aprioristico, ciò presuppone un concetto unitario di tempo, ovvero un piano cosmico (processo di deduzione dal concetto aprioristico storico). C’è un concetto unitario della vita nella sua totalità e ciascuna delle epoche particolari è a sua volta concetto unitario per la comprensione dei fenomeni. La vita umana rappresenta la totalità del tempo come epoca necessaria dell’unica vita eterna, deducibile dal concetto unitario della vita eterna. È il “progresso della vita della specie, in nessun modo di quella degli individui, i quali non verranno mai presi in considerazione”

La storia umana come sviluppo della libertà della specie

Il fine della vita umana è di organizzare tutte le sue relazioni con libertà secondo la ragione. È la libertà della specie. Dicotomie delle epoche storiche in cui nella prima l’uomo vive senza la realizzazione della ragione, la seconda invece prevede l’organizzazion razionale della libertà. La ragione è la legge fondamentale della vita spirituale della vita dell’uomo.

La prima epoca è un’attivazione della libertà naturale. La seconda dove l’istinto è cieco e c’è un’istintualità alla ragion ed è “la coscienza o scienza della ragione. Il terzo periodo vede l’istinto della ragione che si estrinseca nell’autorialità e c’è un risveglio dell’istintualità alla ragione. Il quarto è un recupero della scienza in cui c’è la “liberazione dall’istinto della ragione”. L’ultimo periodo è la realizzazione della scienza della ragione in cui l’apparato coercitivo si lega allo sviluppo della libertà singola: è arte di organizzare le relazioni della totalità umana secondo ragione e quindi la specie si mostra come perfetta immagine dell’eterno modello originario. C’è comprensione della vita in base al principio finale e ci sono 5 epoche storiche:

  1. Epoca del dominio incondizionato della ragione per mezzo dell’istinto: lo stato di innocenza del genere umano
  2. Lo stato del peccato incipienti (autorità coattiva e cieca obbedienza)
  3. Lo stato della completa peccaminosità (liberazione dalla coercizione e completa mancanza di vincoli)
  4. Lo stato della incipiente giustificazione (libertà, scienza vengono riconosciute)
  5. L’epoca dell’arte della ragione, dell’educazione: lo stato della completa giustificazione e santificazione

Il cammino dell’uomo è un ritorno all’origine. È uno svegliarsi dell’umanità alla vita (la costruzione del paradiso perduto).

Storia filosofica e storia empirica

Alla base della storia c’è un principio metafisico: “Ciò che realmente esiste, esiste per assoluta necessità; e deve esistere necessariamente nella precisa forma in cui esiste. Non potrebbe non esistere, né potrebbe esister diversamente da come esiste”. L’essere uno e vero e assolutamente esistente per sé è Dio. L’esistenza di Dio è il sapere stesso: il suo sapere e la sua esistenze sono assolute. Il mondo e il sapere esistono in un rapporto biunivoco così esistenza ed essenza si danno nel mondo. È assolutamente in temporale ed è conoscibile a priori. Il sapere è adesione all’esistenza e alla manifestazione di Dio. Quindi è autocoscienza ed è qualcosa di definito e il sapere per tutta l’eternità deve comprenderlo e sviluppare la sua forza interiore. Tale autocoscienza si sviluppa nel mondo ossia nella natura. L’empiria che svolge al suo interno è chiamata storia (il suo oggetto è lo sviluppo del sapere). Il compito dello storico è di esporre le successive modificazioni di fatto dell’esistenza.

Il filosofo rintraccia l’apriorismo del piano del mondo e l’uso della storia è illustrativo. Il filosofo cerca di comprendere il vero significato degli eventi storici universali e ricorda il fatto ma il modo lo lascia allo storico empirico.

Quindi la necessita ci guida e guida il nostro genere (è una necessità interna a quella divina) e si è liberi nella dolce guida divina. È riconoscersi beati nella coscienza di tale identità divina: è compito di ogni uomo; è comprendere nel chiaro il concetto universale, assoluto ed eterno e le scoperte dello storico vengono solo ricordate dal filosofo.

Il processo storico e lo stato

Lo stato è assoluto guida le forze individuali della specie e le fonda e le realizza nella forma dell’idea in assoluto. È coercitiva poiché non tutti i soggetti si assoggettano. Lo stato ha la sua essenza poiché direziona le forze singole alla vita della specie: tutti devono prestare opera e lo stato si avvale di tutti gli individui. Il sacrificio c’è in vista della specie (tutti i cittadini): elevarsi ad uno stato assoluto imposto dalla ragione è il compito del genere umano. Gli uomini liberi fanno parte dello stato: gli uomini liberi non sono schiavi e non è un mantenuto in modo tale che tutti possono divenire una finalità. La finalità dello stato è che tutti siano sottoposti a tutti, quindi è necessario distruggere la divisione dominatori e dominati: è nello stato dove tutti sono sottoposti a tutti che si esprime libertà. Qui ciascuno ha il suo diritto e c’è eguaglianza di diritti. È uno sviluppo della libertà sia negativo che positivo dato che non si sviluppa mai un sopraeccedere di una singolarità. Tutte le forze sono finalizzate a uno scopo comune.  Con questa forma lo stato acquista la vera materia e il vero scopo della specie umana. La storia si trova tra la seconda e la terza fase. Siamo ancora in uno stato dove il cittadino è strumento.

La posizione della nazione tedesca all’interno del problema storico

Ci sono due classi di uomini: una è animata da un oscuro sentimento (mira all’amore di se stessi, volontà di vivere, qui la ragione opera con l’istinto e senza educazione), l’altra è la conoscenza chiara che si sviluppa dalla società (coglie il conoscente e l’amore). Il passaggio dalla prima alla seconda avviene tramite l’educazione da generazione del presente a una futura ed è possibile con la conoscenza liberamente trasmessa. Questa è la destinazione dell’uomo. È compito dei tedeschi attuare tale forma di liberazione della ragione.

Il nuovo sistema educativo spetta ai Tedeschi applicarlo. Qui dimostriamo cos’è il tedesco in sé e per sé. Sono i primi a rimanere nelle sedi originarie mentre gli altri emigrarono e conservarono anche la loro lingua. È significativo il preservare la lingua in opposizioni ad altre genti. Il primo popolo mantiene la propria lingua e non adotta lingue straniere. Il Tedesco parla una lingua viva e scaturisce dalla natura. La lingua accompagna il singolo fin nelle più segrete profondità dell’animo (confluenza del mondo dei sensi e della materialità e dello spirito). Ha un educazione spirituale incisi idee va e prende sul serio le forma della cultura e hanno sentimen2to. Amano la fatica. La grande massa è educabile e ci sono sperimentazioni sul popolo.

Schelling

Seminario teologico insieme a Hegel e Holderlin. La sua prima fase del pensiero è fichtiana. Ha simpatie per Spinoza e vuole reinterpretarlo alla luce dell’idealismo. Nelle sue opere traspaiono contenuti scientifici e astratta riflessione sulla natura (ciò entusiasmo Goethe). Individua una natura organicistica della realtà inserendo aspetti scientifici e nel Sistema del idealismo trascendentale individua un’intelligenza dirigente il mondo. Alle epoche dello spirito corrispondono i momenti in cui la natura si sviluppa (intelligenza diviene consapevole della pura forma dell’attività e il come la natura si costituisce come oggetto).

La filosofia dell’identità è il suo quarto periodo. L’assoluto è unione sia dello spirito che della natura. La filosofia è scienza unificante delle altre scienze. Nelle lezioni sul metodo dello studio accademico sono contenuto le sue riflessioni della storia.

Ci sono 3 forme di considerazione storica:

  1. Il punto di vista religioso-filosofico (storia come idealità)
  2. Il punto di vista empirico come storiografia cronachistica e storiografia pragmatica (storia come reale)
  3. Il punto di vista artistico (storia come unità fondamentale di realtà e di idealità, di destino e azione umana)

Stato e chiesa sono l’espressione reale e ideale dell’armonia fra libertà e necessità.

Dopo aver rotto sia con Hegel che con Fichte entra nella fase di crisi religiosa e ricorre a dottrine neoplatoniche. Nella filosofia della rivelazione, Schelling elaborò la distinzione fra filosofia negativa e filosofia positiva: la prima sono concettualizzazioni mortificanti, la seconda è la comprensione viva della realtà (rispolvera tesi di Jacobi e Hamman) tramite la fede.

Il rapporto fra storia e costituzione giuridica

La teoria del diritto fa parte delle scienze teoretiche: però l’ordinamento giuridico fa parte anche della natura. Il diritto nasce dalle costrizioni naturali e l’adesione avviene soltanto se vi è un vantaggio. Schelling individua un’incompiutezza della separazione dei poteri, però al di fuori di essa (ossia la coazione degli individui). Ciò può avvenire se vi è la diffusione dei principi della vera costituzione giuridica riservata a tutti e una diffusione a tutti gli stati secondo un’unica legge comune. Tale legge universale si stabilisce sul gioco della libertà ove il corso globale è la storia in cui domina la necessità della liberazione della libertà.

La storia come unità di libertà e necessità

Il sorgere di una costituzione giuridica universale si ha sul fondo del libero gioco della libertà nella storia. Nella storia c’è necessità o non c’è necessità? Non tutti gli accadimenti sono storici, quelli naturali sono storici se hanno avuto forti l’conseguenze sul piano storico.

1)L’elemento progressivo non permette una regolarità di una libertà attività. 2)Tutto ciò che procede a priori non è oggetto di storia (teoria e storia sono opposte). L’uomo ritrova nel suo futuro il diritto auratico che aveva perso. 3) non merita il nome di storia ciò che è privo di legge ma è storia l’unione di libertà e di conformità alla legge e costituisce il carattere proprio della storia.

Storia deve rappresentare l’unione di libertà e necessità: si presenta nella libertà come unione di agire e conformità alla legge. La costituzione giuridica è condizione della libertà, ma al suo interno deve esserci la necessità. La libertà è necessità e la necessità è libertà. Questa necessità occulta è la provvidenza. Gli uomini sono causa di ciò che anche non hanno voluto. Dall’ordine soggettivo della libertà sorge l’ordinamento giuridico come sua seconda natura. L’azione storica si da nella specie e quindi nella storia si realizza l’oggettivo o lo stato. L’oggettivo è una sintesi assoluta delle contraddizioni del soggettivo. La risoluzione dell’intelligenza in sé (l’oggettivo e lo stato) e il libero determinante, l’assolutamente soggettivo, tale armonia è pensabile solo per mezzo di qualcosa che è più in alto (fonte di intelligenza e di libertà). È identità assoluta come “sole eterno nel regno degli spiriti” e imprime l’identità a tutte le libertà: è la radice invisibile di tute le intelligenze e del soggetto e dell’oggetto (è il fondamento della conformità alla legge nella libertà e dell’oggettivo). Esso è assolutamente identico e può essere solo oggetto della fede. Le azioni umane libere sono predeterminate per mezzo di un oscuro concetto, il destino quindi c’è un sistema fatalista. L’assoluto è l’armonia fra libertà e intelligenza ed è provvidenziale ed è compreso dalla religione.

Storia e Rivelazione

La storia come dramma: in cui agisce un unico spirito che armonizza il risultato oggettivo delle singole razionalità. Si manifesta progressivamente attraverso la nostra libertà e siamo concreatori della sua opera. Non può essere solo oggettivo ma anche fondamento della libertà. È assolutamente libero e necessario e opera in ogni singola intelligenza. La storia nel suo complesso è una rivelazione dell’assoluto, non si può designare una singola traccia, Dio è rivelazione: è una progressiva prova dell’esistenza di Dio e compiuta nella storia intera. Lo sviluppo della sintesi assolutà è infinito e la storia diviene rivelazione. Nella sua luce inaccessibile è eterna identità ed eterno fondamento dell’armonia fra conscio ed inconscio, fra libertà e necessità.

Ci sono tre periodi della storia determinati dal destino e la provvidenza nel cui mezzo c’è la natura come passaggio dall’uno all’altro.

1)il periodo tragico in cui domina il destino come il tramonto dell’umanità più nobile

2) il periodo che si rivela la natura: si rivela come piano della natura e imbastisce una regolarità verso una lega dei popoli.

3) il periodo si sviluppa la provvidenza e sarà il periodo di Dio

I tre tipi di considerazione storica

L’unità di storia e natura è data dal fatto che nella prima opera la libertà e nella seconda opera l’empiria: sono le due forme dell’assoluto. La storia è la più alta potenza della natura come risoluzione di reale ed ideale. Non può essre però scienza. Percò ci sono vari punti di vista storici.

Il punto più elevato è la considerazione della storia come religione in cui opera la provvidenza. È un punto di vista filosofico e pertiene alla teologia.

Il punto di vista storico-empirico come cronachistica oppure di una lettura didattico o politica (lettura intellettuale di un ordinamento ideato dal soggetto). È una lettura pragmatica. Non ha una priorità sugli altri metodi, escludendo l’universalità. La vera considerazione storica riposa sulla risoluzione dell’ideale e reale.

La vera considerazione storica è artistica come unità dell’ideale e del reale. L’arte si eleva all’ideale ed è il punto di vista storico assoluto.

Il dramma della storia si da dove la singola azione si riconnette necessariamente all’azione precedente e come sintesi successiva e la successione è comprensibile secondo un ordine più elevato e manifestazione della necessità più assoluta. È la rappresentazione di un dramma meraviglioso pensato da un essere assoluto.

L’arte rappresenta identità di necessità e di libertà e coincide con il punto di vista ideale della filosofia e della religione, ma la considerazione storica non è religiosa né filosofica. È la considerazione della risoluzione dell’identità e oggettività in base al destino.

Hegel

Negli anni di Tubinga si avvicina alla cultura illuministica e agli interessi politici. Con la collaborazione con Schelling viene introdotto allo studio di Spinoza e legge Adam Smith. Si rivolge verso lo studio giuridico e verso una sistematicità del pensiero. La fenomenologia dello spirito è la “prima parte del sistema della scienza”: espone il processo della coscienza dal grado inferiore fino a quello assoluto (identificazione del mondo storico come sede dell’autorealizzazione della coscienza. Qui rompe con Schelling e la sua filosofia dell’identità, non può esserci assoluto fuori dal processo dialettico.

A Norimberga scrive la “Scienza della logica” è la prima parte del “sistema” hegeliano (oggetto dell’idea in sé e per sé)

L’Encicopledia delle scienze prevede la tripartizione in logica, filosofia della natura e filosofia dello spirito. La storia universale è il momento supremo dello spirito oggettivo quindi si esplica nell’eticità e nelle condizioni geografiche e climatiche. La storia universale è la realizzazione dello spirito oggettivo con Weltgeist nel tempo e nello spazio: i singoli stati sono i momenti di tale processo. Sviluppa la proprie teorie a Berlino in clima restauratore. Nell’eticità fa parte la storia universale in quanto si passa dal diritto familiare, a quello statale e poi quello universale.

Esaltazione della guerra in cui gli stati costituiscono individualità etiche autonome e la guerra è lo strumento di risoluzione del contrasto e con la guerra viene risolto anche il contrasto fra individualità e universalità; inoltre il tribunale della storia decidi chi è il popolo guida avente diritto assoluto. Il sistema si rivolge al processo logico-ideale, la filosofia al processo reale dello spirito.

Nelle lezioni indaga la considerazione universale come l’unica in grado di cogliere l’universalità della storia e distingue gli individui cosmici-universali e gli individui conservatori. Divide la storia in un tetralogia.

La considerazione razionale della storia

La considerazione filosofica elimina l’accidentale. C’è uno scopo universale e un fine ultimo del processo storico, e lo si determina tramite la ragione, tramite le formazione dei popoli. Nella storia domina una ragione divina, assoluta e il suo sviluppo è razionale e la ragione è la sua riprova. La storia del mondo è manifestazione di questa ragione assoluta. La ragione è il suo scopo. Il suo sviluppo è di autocoscienza e risolve la totalità che permea tutto, l’accidentale è strumentale e deve ricondurre all’unità la molteplicità delle realtà particolari. È fondamentale lo spirito dei popoli e del mondo. L’universale permea la realtà.

Hegel considera il mutamento la prima categoria storica. Dalla morte sorge nuova vita e lo spirito insorge contro se stesso e verso una costituzione nuova: il ringiovanire dello spirito è catarsi, incentivo a una nuova creazione. Un fine ultimo è a fondamento del sacrificio spirituale: scopo finale in sé e per sé. Ha un fondamento anche religioso ossia una provvidenza che governi, ma è solo fede. La storia universale però prevede delle individualità ossia i popoli.

Lo spirito del popolo e il processo dello spirito del mondo

L’esistenza dello spirito consiste nell’avere se stesso come oggetto (il pensare di qualcosa che è). Lo spirito ha coscienza solo se ha autocoscienza. Lo spirito si forma come rappresentazione di sé e di ciò che essenzialmente è ossia la sua natura. Cosi lo spirito è presso di sé ed è libero e la sua sostanza è la libertà. Lo spirito è attivo e la sua attività è anche la sua essenza, è prodotto di se stesso e suo fine. Il suo compio è di farsi oggetto, di sapere sé stesso. Lo spirito produce e realizza se stesso dal suo stesso sapere ed è reale. Il sentire la libertà rende libero lo spirito.

Lo spirito è individuo ma nella storia universale è un popolo come un popolo determinato. Gli spiriti dei popoli si differenziano in base all’idea di sé che producono e la loro coscienza è il diritto dell’eticità: è la rappresentazione dello spirito che si realizza nella storia. La materializzazione dello spirito del mondo avviene nella storia e comporta la materializzazione delle coscienze singole degli spiriti dei popoli. Ciò il diritto, i costumi, la religione sono gli elementi dello spirito di un popolo e l’individuo è presente in tale sostanza. L’individuo non può soverchiare lo spirito del popolo: la traduzione del suo agire si risolve nello spirito del popolo. Gli individui scompaiono dinanzi a ciò che  è universalmente sostanziale.

Lo spirito del mondo è lo spirito del mondo come si esplica nella coscienza umana e gli uomini sono le realtà singole. La totalità è lo spirito del mondo, ed è conforme allo spirito assoluto, divino. Dio è spirito del mondo. Lo spirito è un anello nella catene dello spirito del mondo. Lo spirito di un popolo è la rappresentazione di come si sforza a conoscere di ciò che esso è.

Gli orientali non sanno di essere liberi, solo uno è libero. Presso i Greci è sorta la coscienza della libertà, ma solo qualcuno è libero. Solo le nazioni germaniche cristianizzate giungono alla coscienza che l’uomo è libero.

La storia del mondo è il progresso nella coscienza della libertà ed è necessitante. Il suo momento supremo è di sapersi in quanto tale. Lo spirito di un popolo si realizza sul tramonto di un altro spirito. Spirito del mondo è l’avvicendarsi dei principi dei popoli.

L’attività di uno spirito di un popolo sono le istituzioni, i costumi e l’individuo si incorpora in tale diritto. Il popolo agisce in vista degli scopi dello spirito, in quanto morale. Lo spirito del popolo risolve il dissidio dell’in sé quindi fra libertà e necessità.

Lo spirito di un popolo fiorisce, decresce e muore, è effimero. Quando uno spirito del popolo ha realizzato la propria attività la sua vivacità cessa e cade nell’abitudine. La morte dello spirito si estrinseca nella sua nullità politica. Questa morte è materiale di un altro popolo portatore del diritto assoluto e il materiale spirituale non va disperso. La morte si ha per corruzione, cupidigia, piena soddisfazione. Lo spirito del mondo ha la nozione del trapasso. Il frutto di uno spirito del mondo diviene seme e come sorgere di un nuovo spirito. Lo spirito è libero e il suo sforzo è di realizzare la sua essenza nella storia. Ogni spirito dei popoli è una conquista dello spirito del mondo, la morte è il trapasso a una nuova vita verso una sua più matura evoluzione.

Lo spirito del mondo ha una determinatezza geografica e climatica. Lo spirito quando giunge alla sua coscienza rivela la realtà nella sua essenza cioè universale e diviene spirito del mondo, lo spirito del mondo è un grado dello spirito universale. La liberazione dello spirito del mondo è il diritto sommo e assoluto e lo spirito del popolo lo estrinseca ed è portatore del diritto assoluto quando ne è autocosciente ma trapassa quando si è maturato.

I mezzi della realizzazione dello spirito: individui conservatori e individui storico universali

La moralità di un individuo si estrinseca nel suo adempimento ai doveri del ceto e il suo campo è l’azione civile e di conformarsi al proprio ceto. L’individuo storico-cosmico non è in grado di adattarsi all’eticità del suo tempo, l’universale precedente viene superato dal pensiero che lo pensa nel particolare. I grandi individui storico-universali afferrano questo nuovo universale e ne sono portatori e realizzano tale finalità essi sono i nuovi eroi. È uno spirito nascosto che batte alle porte del presente. È contrarietà alla situazione esistente. L’intimo spirito si è elevato da sé verso il suo assoluto potere e realizzano una realtà giusta e necessaria. Ma sono momenti dell’idea universale. È la conoscenza dell’universale nell’individuale e attingono all’universale e lo orientano. Sono i veggenti: sanno la verità del proprio tempo e gli altri si riuniscono sotto la sua bandiera. Però è dalla sostanza universale che procede un unico scopo o forza e si adeguano allo spirito in sé e per sé.

La passione è inscindibile dall’attuazione universale come risoluzione del particolare e dell’universale. L’universale consuma la passione e l’astuzia della ragione permette l’agire delle passioni per tradursi nella materialità delle cose. Gli individui vengono sacrificati e abbandonati al destino.

Il materiale della realizzazione dello spirito: lo stato

Il razionale viene dall’esistenza nel sapere e nel volere umano. Volontà soggettiva è una grande passione storico-universale e la risoluzione universale è la totalità etica ossia lo stato (l’individuo gode della sua libertà però è connesso all’universale). Lo stato rappresenta il diritto, l’arte, i costumi. È una limitazione della libertà verso una limitazione comune, lo stato invece è la realtà positiva. Solo nello stato l’uomo ha esistenza razionale. Soltanto nello stato l’uomo ha esistenza e ha vita etica. Lo stato è l’ingresso di Dio nel mondo.

L’individuo spirituale ossia il popolo è articolato in un tutto organico, cioè lo stato. L’universali si manifesta come la forma della cultura che è costituita dalla particolarità del diritto di uno spirito del popolo. Il contenuto però è l’estrinsecazione dello spirito del popolo, ed è la sua essenza, è il suo scopo.

Lo spirito del popolo è determinato secondo lo sviluppo della ragione. Lo spirito del popolo è un individualità come rappresentazione ha la religione, come immagine ha l’arte e come concetto ha la filosofia.

Il concetto di Stato i traduce con quello di costituzione. Si distinguono in monarchie aristocrazie e democrazie. Le differenze si esprimono in quanto la forma dello stato in quato la totalità della vita statale giunge a manifestarsi. La prima forma è involuta, la secondo c’è più libertà e la terza c’è autonomia.

All’inizio c’è lo stato patriarcale, pacifico o guerriero (è dispotico); poi c’è la particolarità come dominio aristocratico; poi c’è il potere dell’autonomia dove i singoli sono rispettati nella loro autonomia e  questo potere è monarchico.

Il concetto di sviluppo

Il mutamento spirituale produce nuove forze. Il principio progressivo non è in accordo con la quantità ma con la qualità. Quindi il principio dello sviluppo deve avere un presupposto sussistente in sé e la sua determinazione formale è lo spirito. È la produzione di differenze come un costante processo di mutazioni tramite un procedimento dialettico. Il trapasso della determinazione è mediato dalla coscienza e dalla volontà e avviene come lotta dura e infinita con se stesso. Lo sviluppo è un lavoro duro e riluttante contro se stesso ed è produzione di un determinato contenuto ossia è lo spirito della sua essenza. La storia universale è il graduale progresso di sviluppo della coscienza della libertà. Il suo primo grado si ha nella natura, il suo secondo grado è la coscienza, il terzo grado è universale.

Il fondamento geografico della storia universale

La storia universale rappresenta la storia dello spirito come si mostra nella realtà. Il grado di coscienza dello spirito ha appare in se e per sé nello spirito del popolo dominante. Ogni popolo storico-universale ha l’incarico di rappresentare tale principio. Gli spiriti sono legati al dato naturale ed è il terreno dove si muove lo spirito del popolo. La forma naturale è l’esteriorità reciproca di ogni spirito del popolo. Quindi al grado di coscienza appartiene un forma naturale determinata e come nazione di un popolo.

La determinatezza geografica è determinatezza della volontà naturale del popolo ma è anche l’esteriorità naturale della stessa natura come fondamento geografico. È importante conoscere la località con cui coincide l’autocoscienza di un popolo. Alla determinatezza spirituale corrisponde la determinatezza naturale. L’uomo ha la disposizione ad essere in se e per se ossia uomo libero e ha una sua influenza anche il clima. Il clima ha l’influenza nella zona calda e nella zona fredda come terreno della liberà dell’uomo. È nella zona temperata il teatro della realizzazione dello spirito universale. Ciò è dimostrato anche naturalmente dalla completezza delle specie esistenti in natura. Il rapporto natura si estende fra mare e terra.

Nell’altipiano vivono i nomadi e sprigiona forze selvagge, qui non c’è diritto ma convivenza e vivono di rapina e vivono in uno stato di guerra: è tipico delle popolazioni asiatiche. Il secondo momento è la transizione alla pianura, qui il terreno è fertile c’è sedentarietà. C’è la costituzione comunitaria e la coltivazione. Sorge il diritto, la proprietà e il dominio delle leggi. Il terzo elemento naturale è il paese costiero, il mare costituisce il fondamento di un vivere proprio e si spinge verso l’illimitato e suscita coraggio e verso il sentimento del profitto: c’è maggiore libertà e autonomia. Il suo grado intellettivo massimo è l’astuzia.

Il mondo orientale

La storia comincia da qui: la coscienza di un potere autonomo e sostanziale e arbitrario. Lo spirito discende in sé. Abbiamo per la prima volta uno Stato, un principio universale dominante. Il potere sostanziale agisce come necessità di natura. La sostanzialità è eticità come soggiogamento allo stato ed è espresso in forma di legge. L’elemento morale si dà nell’elemento della compartecipazione. La compenetrazione statale in oriente è religiosa e statale quindi teocratica, il reggitore del mondo mondano è Dio.

Con la Cina inizia la storia: c’è un istituto patriarcale, il patriarca è il capo, le leggi statali sono le leggi giuridiche e morali. Nella forma dell’impero indiano c’è la disgregata unità dell’organismo statale e c’è la divisione in ceti sociali ma si trasforma in caste sociali e c’è il dispotismo dell’aristocrazia teocratica.

L’impero persiano è una monarchia teocratica c’è un ordine legale ed è volontà individuale di un reggitore. È destinata a regnare su molti popoli. Ma al suo interno i sintomi della sua antitesi. Il progresso quindi si ha con il regno persiano. Il trapasso si ha in Egitto.

Il mondo greco e il mondo romano

Nel mondo orientale l’eticità si focalizza su despota, invece c’è armonia in Grecia. L’eticità si individua nel soggetto e il suo fine è la virtù. Il fine dell’individuo è lo stato: è libertà autocosciente. Lo spirito occidentale discende, qui il fine dell’universale coincide con quello individuale. Lo spirito greco è il concreto spirito della naturale freschezza della vita e vuole trattare come proprio ciò che è un fine.. è una forma però incompiuta. La giovinezza è solo concreta freschezza vtale dello spirito e la Grecia ci offre questo gioioso aspetto.

È il mondo della bellezza, dell’eticità spontanea. Si da molto conto all’individualità degli individui. Non c’era lo sviluppo di una universalità astratta. Il ritorno in sé dello spirito comporta un antitesi storica come rigoroso diritto, ciò avviene a Roma dove si esplica una libera universalità però è astratta. Il mondo romano mira a far valere l’elemento dell’universalità e non c’è vita libera. Qui la sua determinazione è un’aristocrazia.

Il mondo germanico

I popoli germanici sono portatori dell’ideale cristiano e suo scopo è lo sviluppo della libertà. Qui si rigenera l’assoluto orgoglio della soggettività e si sviluppa in base ai principi della Chiesa e Stato. La chiesa promuove che il soggetto si conformi all’universalit, lo stao promuove il senimento della soggettività.. Il fine del mondo germanico è la realizzazione della verità assoluta e della libertà autodeterminata.. Si divide in tre periodi. 1) aapparire del mondo germanico che si impossessano dell’Occidente. C’è rozza unità di spirito e mondano. 2) segue CArloo magno dove il contrasto fra chiesa è stato si risolve nella monarchia feudale. Genera i vari stati nazioni e il contrasto fra chiesa e stato. Finisce con la monarchia di Carlo V. 3) sorge in Europa l’idea di equilibrio. Vi è un ristabilimento della libertà cristiana. La bandiera dello spirito libero è il principio di risoluzione universale della ragione

I diversi tipi di considerazione storica

Storia originaria, storia riflettente e storia filosofica.

Storia originaria: come Erodoto e Tucidide, come descrizione di azioni, avvenimenti e circostanze. Opera descrittiva. Descrizione di ciò che ha vissuto personalmente. Non ha a che fare con riflessioni. Intervento di scopo dell’autore.

Storia riflettente: la sua esposizione non è in relazione al tempo presente. A) è il tentativo di dare una storia generale e l’intento dell’autore è differente dal contenuto. Deve tralasciare l’esposizione individuale. B) scuola pragmatica: le riflessioni pragmatiche vivificano le narrazioni del passato. Vi sono riflessioni morali e insegnamento morale, si raccomanda agli uomini di stato di trarre insegnamento dall’esperienza della storia. Hegel è molto critico considerandolo solo un ricordo sbiadito senza forza. C) la storia critica riflettente è una storia della storia. D) è parziale e settoriale, ma procede astraendo. Sono particolarità accidentali ma quando assume punti di vista universali è una posizione veritiera poiché indica l’anima veridica della ricerca.

La storia filosofica è il pensiero della ragione, che domina il mondo. È dimostrazione speculativa dove la ragione è la sostanza insieme potenza infinita e anche forma infinita. È sostanza poiché ogni età sussiste nella sua idealità, è potenza infinita in quanto dover essere. È contenuto infinito poiché offre materia da elaborare. Si nutre di se stessa, è materia e forma insieme. Il suo fine è la finalità assoluta.

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