«Nell’ordinamento del mondo un ingrediente sono le passioni, l’altro è il momento razionale. Le passioni sono l’elemento attivo. Esse non sono affatto opposte costantemente alla moralità, bensì realizzano l’universale […]. Nessuna cosa è mai venuta alla luce senza l’interesse di coloro la cui attività cooperò a farla crescere; e dal momento che ad un interesse noi diamo il nome di passione, così […] dobbiamo dire in generale che nulla di grande è stato compiuto nel mondo senza passione».
G. W. F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia (1837), I, 62-63, La Nuova Italia, Firenze, 1981, pp. 73-74
La passione, l’istinto, l’esigenza, l’impulso sono gli elementi attivi della libertà soggettiva, che si estrinsecano nell’effettualità del realtà storica e sono il suo moto primario. Questa interpretazione non è in contraddizione con l’aforisma hegeliano, che “il contenuto della storia è razionale, e razionale deve essere” ? Assolutamente no. Lo scenario della storia è il processo progressivo in cui l’autocomprensione dello spirito oggettivo risolve il nesso del contrasto fra soggettività e oggettività del reale, il cui movimento dialettico è dato dal progressivo dispiegamento della libertà. La sua risoluzione massima è ravvisabile nello Stato, cioè l’universalità del diritto e della libertà al contempo estesa a qualsiasi individualità. Questo processo è progressivo e si dà nella famose tappe storiche (da quella orientale a quella greca, da quella romana a quella germanica), in cui il passaggio dallo stadio naturale a quello storico è garantito dal principio ordinatore dell’affermazione della libertà. La volontà del singolo e la sua passione costituiscono un’idea di libertà astratta, che si materializza nella dimensione del diritto. La passione è la condizione imprescindibile della responsabilità umana del suo agire, avente la propria compiutezza nello Stato e nei diritti giuridici. Pertanto le finalità individuali si risolvono nel progressivo moto dialettico dello “spirito del mondo” come acquisizione cosciente della realizzazione della libertà, promossa dalla passionalità del singolo uomo.
La passione dell’ “individuo cosmico-storico” (contrapposto all’ “individuo conservatore”), la quale si può associare alla vista del trionfante Napoleone a cavallo a Jena, rimanda alla dimensione della responsabilità umana, in cui le visioni straordinarie di un singolo uomo hanno un’incidenza universale nell’ambito etico-politico e del conseguimento di maggiori livelli di libertà.
Quindi il corso della storia non è determinabile aprioristicamente ma è modificabile, come corso razionale dello spirito del mondo sotto “l’astuzia della ragione”, da una passionalità soggettiva, lungimirante e fautrice di progressive acquisizioni di libertà universali, i cui benefici si rivolgono alle individualità future.