Caro Senno,
al tuo ritorno avrai accesso
ai miei più profondi segreti,
come vale per tutti i doceti
un angelo è il suo riflesso…
Isola in un uomo impegnato nei sogni!
Non manca chi impiega una vita a perire
e continua ad esistere chi ogni giorno muore.
Entri nella nebbia e lei in te.
Sull’orlo di un precipizio
spicchi il volo come un lampo in piena notte.
Quando il moto di una stella si interrompe il tempo lacrima:
non può più offrire momenti di gloria
e per un attimo spera che passi una cometa
a riportare la vita e i suoi ricordi.
La falsità della materia non serve
e l’affetto che hai non basta
se non sai cosa cerchi.
Ogni uomo è adatto all’epoca in cui nasce
ma il suo ruolo è un ritaglio
nell’affermazione del nulla
senza uno scopo comune.
Col viso in terra tacque
quella mia malsana voglia
arrendendosi al crudo morbo
di una vaga e degna solitudine
che oramai annulla i fasti del passato
ove acquiescente annega la memoria mia
e il suo sapido afflato.
Indomito pensiero nell’istigare il palmo,
in retaggio lascerai polvere di me nella mano
eppur si dirà di un efferato che fosse calmo,
provido nel fregiarsi al convivio di un galano
sia per sé che per il prossimo del salmo…
Colui che al tramonto della traversia, come uno Svano,
salutò gli avi tesi già in abbraccio al prode per un ritorno almo.
Eccomi, forse tardi, ad arrestare quel turpe livore,
per il mio imperscrutabile e primitivo fantasma,
no, non disdico il diniego del suo rumore
per converso del suo egotismo dileggio il plasma…
Rifulge la fuga, io baciato dalla follia nella foschia.
A.B.