File da scaricare gratuitamente: La violenza, la crociata, il lutto.docx1111
La 1° Guerra Mondiale è la vera precondizione della 2° Guerra Mondiale. La Violenza, la Crociata, il Lutto sono i tre paradigmi comprensivi della Grande Guerra.
Il grado di violenza fu massimo: di lotta in lotta nelle trincee, esplosioni distruttive, corpi tranciati dalla bombe. Ma l’argomento di discussione sono le presunte “atrocità tedesche”. Secondo la propaganda e la memorialistica i tedeschi avrebbero “stuprato” il Belgio invadendolo selvaggiamente: stuprando donne, crocifiggendo uomini, uccidendo bambini. Ma anche i tedeschi accuseranno di violenze gli stessi alleati dell’Intesa, accanendosi contro africani e russi.
Il senso della crociata è da attribuire completamente alle cosiddette “unione sacre”, ovvero, la totale sospensione dei dissidi interni al paese creando de facto una piena e convinta adesione alla guerra. Soldati di ambo gli schieramenti completamenti conviti di essere protagonisti di uno scontro civiltà/barbarie non mettendo assolutamente in dubbio l’irragionevolezza del conflitto. Anzi il proprio schieramento è portatore di civiltà e soltanto la fine del nemico potrà porre fine alla “guerra che pone fine a tutte le guerre”.
Ma la memorialistica del tempo come ricorda i soldati, i civili, i prigionieri? I soldati morti sul campo saranno omaggiati con i maggiori onori, addirittura è centrale per la legittimazione politica il culto nazionale del “Milite Ignoto”, celebrato in molte nazioni vincitrici del conflitto. Invece i civili o i prigionieri passeranno sotto silenzio o trattati con disprezzo, soprattutto gli occupanti visti come dei collaborazionisti. Proprio la voce dei più deboli non viene considerata negli accordi di pace di Versailles del 1919. Tutto ciò darà vita a tutti i risentimenti sia nostrani (“Pace persa” o “vittoria mutilata”) o tedeschi, i quali considerano di non aver mai perso la guerra e sentono di essere stati vittime di un “complotto internazionale di Novembre” che gli ha attribuito tutte le responsabilità della guerra.